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Sottosegretari, sei siciliani tra i papabili

Ncd punta alla conferma di Vicari e Castiglione, possibile staffetta Berretta-Burtone. Le outsider sono Culotta e Nicolini

CATANIA. Tanti appetiti. Troppi. Esigenze difficili da conciliare per Matteo Renzi che, per la composizione del proprio «esecutivo di legislatura», sembra già aver dovuto allentare la presa sul numero inizialmente indicato di ministri: sarebbero dovuti essere quindici, adesso oscillano tra sedici e diciotto. In quest’ultimo caso, il «taglio» rispetto al governo Letta sarebbe di appena tre posti. Magari da compensare con una robusta nomina di sottosegretari e viceministri sui quali si concentrano ora molti aspiranti a un posto al sole nel «Renzi 1».


I siciliani dei partiti di maggioranza, peraltro, sperano proprio che possa essere risarcita con un buon numero di poltrone di seconda e terza fila il dimezzamento di rappresentanza isolana nei ministeri. Ipotesi che si materializzerebbe con il reincarico di Angelino Alfano a vicepremier – e forse anche all’Interno – e l’uscita di Gianpiero D’Alia, ormai proiettato verso l’elezione alla guida della «sua» Udc nel congresso nazionale in programma nel prossimo fine settimana. D’Alia, comunque, potrebbe tornare in gioco per un ministero, se dovesse tramontare il passaggio dell’ex parlamentare Udc Michele Vietti dal Consiglio superiore della Magistratura, di cui è attualmente vicepresidente in scadenza di mandato, al ministero della Giustizia. Sono tre i sottosegretari uscenti siciliani: la senatrice palermitana di Nuovo Centrodestra Simona Vicari, finora impegnata al ministero dello Sviluppo economico, e i parlamentari catanesi Giuseppe Berretta (Pd, Giustizia) e Giuseppe Castiglione (Ncd, Agricoltura).


Inizialmente, la pattuglia di corregionali era composta pure da Gianfranco Miccichè che s’era, poi, dimesso dopo il ritorno in «casa Berlusconi» e il passaggio all’opposizione. Gli alfaniani, adesso, puntano sulla conferma di Vicari e Castiglione, mentre Berretta potrebbe lasciare spazio al conterraneo Giovanni Burtone, parlamentare vicino a Rosy Bindi ma sostenitore di Matteo Renzi nelle recenti primarie. Possibili sorprese: salgono le quotazioni anche dell’ex sindaco di Pollina, la deputata palermitana (e cuperliana) Magda Culotta, e di Giusi Nicolini. Il primo cittadino di Lampedusa potrebbe occuparsi di Integrazione. Il toto-sottosegretari comincia a prendere quota, mentre sono ormai alle stelle le «puntate» sui ministri.


Ieri, fra l’altro, è circolato insistentemente il nome di Luca Cordero di Montezemolo: il presidente della Ferrari s’intesterebbe l’innovativo ministero al Made in Italy. Resta in bilico, intanto, il Viminale perché Alfano non ha nessuna intenzione di limitarsi a fare «solo» il vicepresidente del Consiglio, ma Renzi sarebbe intenzionato a riconquistare per il Pd questo dicastero-chiave affidandolo a Dario Franceschini. O al «renzianissimo» Graziano Delrio che, però, pare ormai a un passo dalla promozione a sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Senza sorprese, invece, la corsa agli Esteri – con la conferma della storica leader radicale Emma Bonino – e alle Riforme, dove la trentatreenne parlamentare del Partito Democratico Maria Elena Boschi sostituirà il rappresentante di Ncd Gaetano Quagliariello. Boschi e Bonino saranno in buona compagnia, in un esecutivo a forte caratterizzazione femminile. Pare ormai certo, ad esempio, che Lucrezia Reichlin rinuncerà a una possibile, fascinosa, scrivania da vicegovernatore della Banca d’Inghilterra per accettare la chiamata di Renzi all’Economia. Sarebbe stato, peraltro, lo stesso Mario Draghi – numero uno della Banca centrale europea – a sponsorizzare l’ex docente della London Business School, figlia di Alfredo Reichlin e Luciana Castellina, figure storiche della sinistra italiana. Altri «tecnici»: al Lavoro dovrebbe essere destinato il «prof» dell’Università Bocconi, mentre Alessandro Baricco ha declinato l’invito per la Cultura: resta in corsa Paolo Mieli.


Lungo l’elenco dei politici. Il Nuovo CentroDestra, ancora in affanno su Alfano all’Interno, si sarebbe assicurato la permanenza di Maurizio Lupi alle Infrastrutture e di Beatrice Lorenzin alla Salute. Scelta Civica punta su Stefania Giannini per l’Istruzione. Il Pd, oltre Delrio e Franceschini, sarà in campo con Roberto Giachetti ai Rapporti con il Parlamento, Roberta Pinotti alla Difesa, Federica Mogherini agli Affari europei, Andrea Orlando o Matteo Orfini all’Ambiente.

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