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Consultazioni, Napolitano: avanti con serenità. Paletti di Alfano, no di Vendola

ROMA. «Massima rapidità» alle consultazioni per dare poi «spazio» a Matteo Renzi e permettergli un lavoro «sereno» nella definizione di squadra e contenuti di Governo. Si sono chiuse oggi le consultazioni al Quirinale e il capo dello Stato lunedì mattina affiderà al segretario del Pd l'incarico di formare questo secondo Governo a guida Dem. Al termine di una giornata considerata utilissima e ricca di spunti dal Quirinale, sembra quasi che il presidente tema che un eccesso di fretta porti a programmi improvvisati, nomi ad effetto per la squadra e quindi a un risultato a rischio effimerità, foriero di futuri non voluti contrasti nella maggioranza.    


Calma e gesso, quindi. Perchè non certo al Colle si considerava questa una giornata inutile o una crisi diversa dalle precedenti, quasi scontata. Anzi. Oggi diverse forze politiche - a partire dal Pd - hanno confermato come l'obiettivo sia un Governo di legislatura, o almeno di lunga durata. Una ragione in più per preparare un programma accurato ed una squadra di Governo inattaccabile da presentare alle Camere.  Nel mezzo ci sono le consuete schermaglie che caratterizzano le ore precedenti alla formazione di un nuovo esecutivo. E la giornata di oggi ha dato alcune certezze: Angelino Alfano rimane estremamente guardingo e tratta sia sul numero dei ministri che sul programma. Soprattutto ha voluto stoppare voci e veleni che sussurravano di una possibile entrata di esponenti di Sel nell'esecutivo: «non possiamo immaginare di cambiare natura all'esecutivo spostandolo a sinistra: se la composizione della coalizione si sposterà a sinistra con l'entrata di altre forze, noi diremo di no», ha premesso. Per poi assicurare l'apertura al Governo Renzi chiedendo anche lui al giovane sindaco di non avere fretta.   


Formale e inusualmente compassato, Silvio Berlusconi ha confermato a Napolitano e poi ai giornalisti che resterà all'opposizione, ma che si tratterà di un'opposizione «responsabile». E che manterrà i patti con Renzi sulle riforme. Segnale positivo per il presidente che ha dovuto ingoiare le critiche di M5s per aver ricevuto al Quirinale il Cavaliere «pregiudicato» e «decaduto».  


Poi ci sono i piccoli partiti che chiedono visibilità, cercando di alzare la voce in avvio di trattativa. Scelta Civica ha dato la propria disponibilità ad appoggiare Renzi ma ha chiesto «un segnale molto chiaro e molto forte di discontinuità» rispetto al passato Governo, accompagnato da  «una condivisione precisa di un contratto di coalizione». E se Bruno Tabacci ricorda forse non a caso che Centro democratico è sì una «formazione piccola ma che è stata decisiva per vincere il premio di maggioranza alla Camera», Nichi Vendola rassicura a distanza Alfano che l'idea che Sel possa entrare nel Governo è «fantapolitica» perchè Renzi ha già fatto virare il Pd a destra. Dall'esterno del Quirinale interviene anche la segreteria del Pd, attraverso il portavoce Lorenzo Guerini, a smorzare sul nascere rumours velenosi sulla possibilità di una trattativa in corso tra renziani e Forza Italia attraverso l'ambasciator Verdini.   


M5s risponde con sue «contro consultazioni» davanti a Montecitorio. «Hanno paura delle elezioni, perchè le vinciamo noi», ha detto arringando un centinaio di attivisti il capogruppo alla Camera Alessandro Di Battista. D'altronde per Beppe Grillo le consultazioni sono «un'immensa presa per il culo». Da registrare infine il lancio di un pomodoro contro l'auto di Berlusconi (non colpita) mentre entrava al Quirinale. Si trattava di una mini-manifestazione del popolo viola.

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