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Stipendi bloccati, Crocetta: "Rischio licenziamento per 26mila lavoratori "

PALERMO. Per il governo Crocetta servono almeno 250 milioni di euro per tamponare l'emergenza sociale in Sicilia esplosa col blocco della spesa, pari a oltre mezzo miliardo di euro, per l'impugnativa del commissario dello Stato di due/terzi della legge di stabilità. La task-force al lavoro sui conti pubblici sta studiando l'exit strategy, ma le vie d'uscita dall'impasse sono obbligate: trattare con lo Stato per cercare di recuperare almeno in parte le risorse bloccate, e
finite in un fondo indisponibile a garanzia di crediti difficilmente esigibili (residui attivi), oppure apportare ulteriori tagli al bilancio. Ma in quest'ultimo caso i margini di manovra non sono molti e a pagare il conto potrebbero essere i comuni. Un'ipotesi che non piace al governatore Rosario Crocetta. "Così estendiamo la crisi anche al sistema delle autonomie locali, causando ulteriore depressione". C'e' una terza strada, anche questa complicata: accendere un mutuo con la Cassa depositi e prestiti per finanziare la forestazione, come spesa d'investimento, e salvare il posto a 20 mila forestali e altre attività che rischiano il collasso.


"Stiamo facendo i conti, posso dire già che ci sono almeno 26mila lavoratori di enti, consorzi e teatri pubblici a rischio licenziamento. Più i lavoratori di associazioni sovvenzionate, numeri che stiamo ancora verificando. E' un disastro senza precedenti".

A fornire all'ANSA i dati allarmanti è il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, che ha istituito una task-force per gestire l'emergenza scoppiata col blocco di oltre mezzo miliardo di euro per l'impugnativa della finanziaria. - Nell'elenco al vaglio della task-force governativa ci sono oltre 20 mila forestali part-time, 610 lavoratori Resais, 800 dipendenti dell'Ente per lo sviluppo agricolo (350 a tempo indeterminato e 450 stagionali), 300 addetti negli Enti Parco, 2.400 operai dei consorzi di bonifica (1.400 a tempo indeterminato e 1.000 stagionali), 700 impiegati nei teatri pubblici siciliani, 170 dipendenti dell'Ente acquedotti siciliani, 300 addetti delle aree industriali. E poi ci sono i lavoratori privati di accademie, centri culturali, associazioni musicali e concertistiche, organizzazioni sportive.

"Non è possibile far pagare a questo governo che ha risanato i conti ripianando l'anno scorso un miliardo di disavanzo causato da altri i disastri provocati in passato da scelte scellerate compiute dalle giunte precedenti", dice Crocetta. I 558 milioni bloccati dall'impugnativa del commissario dello Stato sono stati trasferiti in un fondo indisponibile a garanzia dei residui attivi, 3,5 miliardi di crediti non esigibili più altri 11,5 miliardi ancora da verificare, accumulati negli ultimi quindici anni. A garanzia di questi crediti, iscritti in bilancio, c'era un fondo di 2 miliardi, che è stato prosciugato durante i governi Cuffaro e Lombardo. Per il commissario dello Stato quel fondo va ricostituito e la Regione non può procedere con spesa corrente, come sancito da due sentenze della Consulta e dalla Corte dei Conti.


«Nel giro di qualche settimana chiuderanno i teatri pubblici a Palermo, Catania, Messina e gli enti Parco; chiuderanno anche la stamperia Braille, le scuole per ciechi e sordi, i ricoveri per i minori, i centri per i disabili. In agricoltura abbiamo stimato un danno di un miliardo di euro per la paralisi dei consorzi di bonifica». A parlare è il presidente della Regione, Rosario Crocetta, che sta esaminando l'impatto del blocco della spesa, pari a 558 milioni. 

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