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Governo, la De Girolamo si dimette: "Non sono stata difesa"

ROMA. Non si è sentita difesa dal Governo e ha deciso di lasciarlo con un gesto che ha definito "di dignità". Così il ministro delle Politiche agricole Nunzia De Girolamo pone fine a un'esperienza che era partita il 28 aprile dello scorso anno, quando aveva prestato giuramento al Quirinale davanti al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Nata a Benevento nel 1975 e laureatasi in Giurisprudenza, dopo la laurea intraprende la carriera forense occupandosi di diritto civile, diritto del lavoro e diritto commerciale e bancario. Ma molto presto avverte il richiamo della politica e comincia a impegnarsi attivamente nell'organizzazione giovanile di Forza Italia, per poi assumere l'incarico di coordinatrice cittadina del partito a Benevento. Lo sbarco alla Camera è del 2008, quando viene eletta nella lista del Popolo della Libertà e diventa membro del Consiglio Direttivo del PdL a Montecitorio.
Con il governo delle 'larghe intese' di Enrico Letta diventa ministro delle Politiche agricole e al momento della scissione del Pdl decide di restare nell'esecutivo, aderendo al Nuovo Centrodestra e 'tradendo' così Silvio Berlusconi, di cui era una delle fedelissime. Sposata con l'esponente del Pd Francesco Boccia, con cui ha una figlia, interpreta il ruolo di ministro con un certo piglio, come quando decide di partecipare alla manifestazione di Coldiretti al Brennero destando "sconcerto" in Confindustria.
Ma è la vicenda della Asl di Benevento a gettarla nell'occhio del ciclone, costringendola a una accorata autodifesa davanti ai deputati, senza il sostegno del premier Enrico Letta, assente dai banchi del governo. Nei giorni successivi si fa spesso il suo nome come ministro in odor di rimpasto, ma con il gesto di oggi spazza via ogni illazione. Illazioni collegate anche a voci giornalistiche insistenti di un suo possibile rientro nei ranghi di Forza Italia, peraltro smentite proprio da Fi che oggi con una nota ha rimarcato come non esistano trattative in corso per il rientro di esponenti del governo nel partito di Berlusconi.

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