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Sicilia e-servizi, Ingroia: "Non accetto accuse"

PALERMO.  «Non accetto accuse da nessuno. Una parte della stampa sostiene ce io avrei avallato assunzioni politico-clientelari. Questo mi fa sorridere ma soprattutto mi  indigna. Quello che non andava alla Sicilia e-servizi è stato già denunciato da Crocetta a luglio. Proprio per fare pulizia il governatore ha chiamato me». Lo ha detto il commissario di Sicilia e-servizi Antonio Ingroia dopo le polemiche per l'assorbimento di 73 dipendenti del socio privato nella società di informatica partecipata dalla Regione.   
«Io sono arrivato a un mese dalla fine della convenzione e a due mesi dal possibile licenziamento di questo personale - ha detto Ingroia - Era già deciso con l'amministrazione regionale che, per mantenere il servizio informatico e non disperdere i 66 milioni di euro investiti, era necessario prorogare i contratti dei dipendenti (con un periodo di prova di due mesi) e nominare una commissione di super esperti che verificherà se questo personale abbia i giusti requisiti e se il socio privato ha provveduto a formare con 66 milioni di euro il personale».
"Sarebbe meglio, prima di sparare a zero, informarsi. Invece di sentirmi criticato mi aspetterei e qualcuno mi dicesse grazie. Grazie alla partecipazione al 100% della Regione nella società, risparmieremo circa dieci milioni di euro all'anno", ha aggiunto Ingroia.
"Il mio ruolo adesso è quello costruttivo per salvare ciò che si può salvare - ha spiegato - Vedremo cosa dirà la commissione sulle capacità di questi dipendenti che sono stati formati con ben 66 milioni di euro. A noi, a questo punto, non interessa di chi sono figli o se sono stai raccomandati da qualcuno, ci interessa sapere se sono in grado di lavorare e assicurare questo servizio".

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