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Crocetta apre al rimpasto: "Non ho mai parlato di dimissioni per Faraone"

PALERMO. "Non ha mai sostenuto che Davide Faraone o le altre persone coinvolte nell'indagine sui rimborsi all'Assemblea regionale si debbano dimettere da qualsiasi incarico. Sarebbe perfino la fine della democrazia, una indagine non legittima alcuna richiesta di questo tipo, però va rispettata: 'dura lex sed lex'". Lo precisa all'ANSA il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, chiarendo la sua posizione rispetto ad alcune dichiarazioni sullo scandalo che coinvolge 84 tra deputati regionali in carica ed ex.

"Occorre attendere con serenità il giudizio della magistratura - aggiunge - partendo però dalla considerazione che dentro quell'indagine ad alcuni viene contestato l'organizzazione di convegni, ad altri l'acquisto di auto a fini personali". Per il governatore "questa vicenda sta alzando un polverone inutile: è paradossale, persino surreale che io rischi di pagare le conseguenze politiche più alte, questo lo trovo assurdo".

Il governatore sottolinea di avere parlato di rimpasto di Governo "solo perché incalzato dai giornalisti e durante una conferenza stampa che avevo convocato per commentare l'approvazione della manovra finanziaria. Non ho chiesto le dimissioni di Faraone, anzi ieri in un'intervista a Radio 24 ho detto che non si deve dimettere, limitandomi a dire che il Pd deve fare più attenzione".

E sul rimpasto Crocetta aggiunge: "I partiti hanno diritto di chiedere la rimodulazione della giunta in qualsiasi momento, ho già convocato la coalizione, rispetto ai politici coinvolti nell'inchiesta ho auspicato una valutazione con gli alleati, con Renzi e D'Alia".

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