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Si' ai tagli ai consorzi di bonifica, approvata la riforma socio-sanitaria

PALERMO. Verranno ridotti da 11 a 2, costeranno meno e dovranno incentivare la raccolta dei tributi a carico degli agricoltori. Approvata la riforma dei consorzi di bonifica, che il governo ha presentato all’Ars con un emendamento aggiuntivo alla Finanziaria. La norma, su cui era subito scoppiato lo scontro fra maggioranza e opposizione, prevede che gli 11 attuali consorzi vengano ridotti a due: uno per la Sicilia orientale (comprendente le soppresse sedi di Enna, Caltagirone, Ragusa, Catania, Siracusa e Messina) e uno per la parte occidentale che ingloberebbe le strutture oggi operative a Trapani, Palermo, Agrigento, Caltanissetta e Gela.
L’articolo prevede la salvaguardia dei livelli occupazionali anche se la spesa totale per mantenere in consorzi di bonifica è di 8 milioni euro e secondo molti deputati di opposizione non garantisce la copertura di tutte le spese.  Infine, viene assegnato alla Serit il compito di riscuotere le tasse che gli agricoltori devono versare per usufruire dei servizi dei consorzi di bonifica


APPROVATA LA RIFORMA DEL SISTEMA SOCIO-SANITARIO - Dopo 13 anni la Sicilia si allinea  al resto del Paese integrando il sistema socio-sanitario. La  riforma è contenuta nella legge di stabilità, approvata  dall'Assemblea regionale. Attraverso un accordo tra i  dipartimenti Salute e Famiglia, entro 60 giorni la Regione dovrà  elaborare il piano socio-sanitario integrato per calare gli  obiettivi. Effetto della norma anche l'unificazione del fondo  per la gestione delle risorse. «Si tratta di una riforma  importante, ci mette in linea con le altre Regioni», dice il  capogruppo del Pd, Baldo Gucciardi.

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