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Finanziaria, nuovo stallo all’Ars: niente intesa sulle norme da approvare

PALERMO. Dopo l’accelerazione di ieri l’Ars è ripiombata nelle sabbie mobili. Non c’è intesa fra maggioranza e opposizione sulle norme in calendario e così in mattinata l’aula non ha lavorato e nel pomeriggio si è proseguito in ordine sparso.

Per evitare l’ostruzionismo l’opposizione, ma anche pezzi della maggioranza, chiedono di tagliare dal testo base della Finanziaria la metà degli articoli ancora da approvare. L’accordo c’è solo sulle proroghe per i precari mentre si discute su riconoscimento delle coppie di fatto e riduzione delle partecipate: norme su cui Crocetta non intende fare passi indietro.

Per cercare di evitare la paralisi il presidente Giovanni Ardizzone ha introdotto dei tempi contingentati: in pratica ha fissato un limite alla durata degli interventi che i vari deputati possono fare su ogni articolo. Ma in mancanza di un accordo politico ciò non eviterà di prolungare i lavori sulla Finanziaria fino a domani e forse anche a domenica. Ieri intanto, grazie a una intesa fra maggioranza e opposizione, sono state approvate norme di peso. E’ stato bloccato ancora per un anno il rinnovo del contratto dei dipendenti regionali, già fermo dal 2008. Bloccato il rinnovo, ma in questo caso per due anni, anche nel settore forestale. E agli operai stagionali è stato limitato anche il rimborso chilometrico per chi lavora lontano dal luogo di residenza. I forestali mantengono solo il diritto alle promozioni.

ARDIZZONE BACCHETTA I DEPUTATI. "La piazza di fronte il Parlamento non è gremita, ma i siciliani ci osservano: sapevamo tutti di trovarci in una situazione di emergenza, ritardare l'approvazione della manovra significa ritardare il pagamento di stipendi e forniture". Il presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone, dopo l'ennesima bagarre durante i lavori d'aula sospesi più volte su un emendamento del governo che prevede la riforma dei Consorzi di bonifica con la riduzione da 11 a 2, ha strigliato i deputati regionali. La manovra economica, in teoria, si sarebbe dovuta approvare entro il 31 dicembre. Avviando una tempistica inusuale, governo e Parlamento hanno deciso di incardinare bilancio e legge di stabilità prima del 31 dicembre lasciando aperta la sessione dei lavori parlamentari. Di fatto, l'approvazione della manovra nei primi giorni di gennaio non provoca conseguenze, ma superare la "soglia" del 10 gennaio può determinare un ritardo preoccupante, anche dal punto di vista istituzionale. "Il bilancio è arrivato in ritardo per questioni oggettive - ha aggiunto Ardizzone in aula -  avevamo assunto l'impegno di approvare la manovra nel tempo più breve possibile anche in relazione alla proroga dei precari: adesso serve responsabilità".

CROCETTA: "IL GOVERNO NON SI FA INNERVOSIRE, CE LA FAREMO".
"Qualcuno dice che i tempi sono stretti: approviamo le norme su precari ed enti locali e chiudiamola qua. Ma il governo non si fa innervosire: ci sono norme importanti come quelle sui diritti delle coppie di fatto e della società partecipate, ce la faremo". Il governatore Rosario Crocetta ostenta sicurezza conversando con i cronisti in sala stampa, mentre in aula proseguono i lavori sulla legge di stabilità. Intanto, a sala d'Ercole, l'assessore all'Economia, Luca Bianchi, in perfetta sintonia con il governatore, replicava a muso duro al deputato del Pdl-Fi, Marco Falcone, che chiedeva di togliere alcune norme dalla finanziaria. "Dobbiamo procedere bene e in fretta - ha detto Bianchi - troppe volte sento dire 'dobbiamo sbrigarci' ma in realtà si tratta di tatticismi. La finanziaria è un processo complessivo, gli articoli che abbiamo proposto per noi sono tutti fondamentali. Sarà l'aula a decidere se approvarli o meno".

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