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Tagli ai posti letto, subito uno stop Ritirato il piano di razionalizzazione

La commissione Sanità rispedisce il testo alla Borsellino per «evitare incongruenze». L’assessore: «Quella trasmessa è una proposta per una prima analisi». Intanto l’Aiop si prepara a impugnarlo

PALERMO. Il piano di riduzione di posti letto negli ospedali subisce subito uno stop. La commissione Sanità dell’Ars non inizierà neppure a esaminarlo, lo ha rispedito all’assessore Lucia Borsellino perchè venga modificato. È l’esito di una giornata frenetica in cui il progetto di ridurre reparti, trasformare i piccoli ospedali pubblici e accorpare le case di cura private minori ha subito un fuoco incrociato.  Il piano prevede una riduzione di circa 1.500 posti letto per acuti (i più importanti) e l’aumento di quelli per lungodegenza e riabilitazione. L’obiettivo è adeguarsi a parametri nazionali (3 posti ogni mille abitanti) e ottenere un risparmio. Ma da sindacati e partiti è arrivato uno stop trasversale. È andato subito all’attacco il Pdl, con Nino D’Asero e Giorgio Assenza, che lamentano la mannaia nel Catanese (-260 posti letto) e la penalizzazione di tutti i reparti di medicina generale e otorino-oculistica a Comiso. Critiche pure dalla maggioranza: Totò Cascio di Articolo 4 ha protestato per la penalizzazione di Sciacca e Ribera e per i Drs «servono modifiche». Poi è stata la Cgil, con Elvira Morana, a chiedere lo stop: «Il piano non è mai stato oggetto di confronto col sindacato. Chiediamo alla commissione Sanità di rinviarlo al governo». Un assist per Pippo Digiacomo, presidente della commissione, da sempre contrario al piano: «Abbiamo rilevato errori e incongruenze nei dati. Per questo motivo la commissione, d’accordo col governo, non inizierà l’esame e attenderà una riscrittura». Il piano era passato dal vaglio della giunta e inviato all’Ars che ne avrebbe dovuto calendarizzare l’esame per il parere obbligatorio. Invece torna indietro per essere modificato. Per la Borsellino «quella trasmessa all’Ars è una proposta per una prima analisi. È stata sottoposta a tutti proprio per ulteriori osservazioni. Considero il confronto doveroso e funzionale alla migliore definizione dell’assetto finale».   Ma il progetto della Borsellino rischia anche di finire davanti ai giudici amministrativi. L’Aiop, l’associazione delle case di cura guidata da Barbara Cittadini, ha annunciato al governo l’intenzione di impugnare la tabella su cui il piano è stato costruito. Secondo questa tabella i posti presenti nelle 56 case di cura private sarebbero 3.671 e applicando i parametri nazionali andrebbero ridotti. Ma l’associazione dei privati ritiene sbagliato questo dato, sostenendo che i posti reali sono 3.479: dunque non ci sarebbe bisogno di ritocchi. Da qui la decisione di ricorrere al Tar. GIA. PI.

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