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Pd, D'Alema: "Resterò fuori, avanti la nuova generazione"

ROMA. "La battaglia politica si fa quando c'è il congresso. Ognuno è libero di esprimere la sua opinione ma non io non parteciperò ad una dialettica legittima che ora ha altri protagonisti di un'altra generazione". Così Massimo D'Alema, parlando all'ANSA, spiega che, dopo la fine del congresso, non sarà il capo della minoranza del Pd.

''Io mi occupo di altre cose - sostiene D'Alema - e non voglio essere tirato in mezzo ad una dialettica che ha altri protagonisti di un'altra generazione che, come è giusto che sia, sono chiamati a certe responsabilità''. Il presidente della Fondazione Italiani europei smentisce come
''calunnie usate come strumento di lotta politica'' che lui sia l'ombra di Gianni Cuperlo e che ieri gli abbia imposto il no all'ingresso in segreteria. "Non ho il compito di dare direttive a Cuperlo. Ho fatto una battaglia congressuale a suo sostegno perché lo ritenevo il migliore candidato possibile, prendo atto del risultato. Ma non ho intenzione di animare correnti", ha aggiunto.

''Sarebbe ridicolo da parte mia - spiega D'Alema - avere il compito di dare a Cuperlo direttive o imporre divieti. Su questa vicenda non ho espresso neppure pareri, Cuperlo è passato a trovarmi ieri sera dopo aver incontrato Renzi e non prima, come impropriamente scritto. Non entro in questo genere di questioni e non ho intenzione di animare correnti, partecipare a riunioni e prendere decisioni''. D'Alema spiega che, dopo il congresso, si occuperà di altre cose, presiedo una fondazione culturale e lunedì partirò per Teheran per parlare degli impegni Ue e non degli assetti del Pd".

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