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Province, pronto il testo della riforma Consorzi ridotti a 9 ma l’Udc non ci sta

Via libera in commissione alla proposta Cracolici, che piace anche al governo. «Ora il confronto con i sindaci»

PALERMO. La prima commissione trova l'accordo e sceglie, su 18, il testo del disegno di legge a cui lavorare per la definitiva abolizione delle Province. Passa la linea Cracolici (che sulla riforma aveva anche trovato sponda nel sindaco di Palermo Leoluca Orlando) ma l'Udc contesta la scelta. La proposta del presidente della commissione ha anche l'ok del governo che aveva invece presentato 3 disegni di legge per la creazione dei liberi consorzi, delle aree metropolitane e il trasferimento di funzioni e risorse. Se il testo diventerà legge, dal 1° marzo 2014, nasceranno i liberi consorzi dei Comuni, nove quante le attuali Province, con le stesse funzioni e gli stessi territori di riferimento. Palermo, Catania e Messina però diventeranno città metropolitane, senza aderire ai consorzi. Entro sei mesi i singoli Comuni potranno scegliere se aderire ad un altro libero consorzio contiguo o, in caso di continuità territoriale, alle Città metropolitane. Riforma in due step, una nuova legge, entro un anno, disciplinerà funzioni e risorse delle città metropolitane e rivedrà quelle dei liberi consorzi.
Elezione di secondo grado per gli organi che resteranno in carica per 5 anni: l'assemblea dei sindaci infatti sceglie il presidente e la giunta. Proroga in vista per gli attuali commissari straordinari, che resteranno in carica al massimo fino al 10 marzo 2014 ed entro 60 giorni dall'entrata in vigore della legge dovranno convocare l'assemblea dei sindaci per l'elezione del presidente e della giunta (composta da 8 sindaci). Tutti gli incarichi saranno a titolo gratuito, primo passo per la razionalizzazione della spesa cui il disegno di legge fa riferimento anche in tema di soppressione di «enti fotocopia». Il testo a cui si fa riferimento prevede dunque, rispetto a quello del governo, tempi più rapidi per l'attuazione (60 giorni contro 90) e un minor numero di consorzi. La giunta infatti aveva ipotizzato l'istituzione di consorzi con territori di riferimento fra i 150 e i 500 mila abitanti, con il rischio di una eccessiva moltiplicazione. «Lavoreremo su un testo che è stato condiviso anche con il governo - commenta Cracolici - domani stabiliremo un calendario dei lavori che preveda una serie di audizioni con sindaci e associazioni degli enti locali. Servirà una approfondita fase di ascolto».
Contrario all'impostazione della riforma l'Udc che definisce «non soddisfacente» la bozza. «L'Udc - dice il segretario regionale Giovanni Pistorio - ritiene che vadano attivate con convinzione le città metropolitane» ma boccia «la soluzione relativa ai cosiddetti liberi consorzi, che liberi non sono e che ripropongono solo un surrogato delle vecchie Province a scartamento ridotto, in cui cambia soltanto il meccanismo di elezione degli organi di governo». «Sbagliato pensare di abolire le Province tout court senza prima dotarsi di una legislazione atta a organizzare una virtuosa gestione del territorio», dice il capogruppo del Pdl, Nino D'Asero.

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