Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

La convention del Pd, parte la sfida per le primarie

ROMA. Al via nel Pd la sfida tra Matteo Renzi, Gianni Cuperlo e Pippo Civati, che hanno presentato davanti alla platea della Convenzione nazionale del PD le loro proposte programmatiche. E’ l’ultimo appuntamento ufficiale prima del voto per le primarie che l’8 dicembre deciderà il nuovo segretario del Pd.
Prima dei discorsi dei candidati, Davide Zoggia ha reso noto il  dato ufficiale e certificato della votazione nei circoli del PD: Matteo Renzi ha conseguito 133.892 voti (45,34%).  Gianni Cuperlo ha incassato 133.892 voti (39,44%), Pippo Civati 27.841 voti (9,43%) e Gianni Pittella 17.117 (5,8%).

IL DISCORSO DI GIANNI CUPERLO
«Nessuno tra noi, ma davvero nessuno può immaginare di cavarsela da solo senza questa umanità di militanti. Mentre quell’umanità da sempre ha forza e passione per affrontare il mondo anche senza il migliore di noi. Per questo non è una buona idea annunciare che di loro si può fare a meno. Perché è più facile il contrario. Se a un partito togli gli iscritti è come levare le gambe al tavolo. Non è più un partito. E nasce un’altra cosa, che non per forza sarà migliore». Cuperlo ha poi aggiunto: «In mezzo c’è un governo che adesso non ha più alibi. E deve scuotere l’albero perché i frutti cadano a terra. Chiedo: c’è una sola ragione per cui dovremmo aspettare il 9 di dicembre? Visto che il tempo è scaduto», ha assicurato, «e che a noi - tutti noi - tocca riprendere per i capelli quanti semplicemente non ce la fanno più e stanno precipitando. E sono molti». E poi una stoccata per Matteo Renzi. «Se tra noi c’è chi pensa che la via - dopo vent’anni - sia privatizzare le ferrovie e la Rai, prelevare 4 miliardi alle pensioni lorde sopra i 3.500 euro, avere un contratto unico e abolire l’articolo 18, tenersi la riforma Fornero al netto degli esodati, sposare la flessibilità e col Sindaco d’Italia passare da un regime parlamentare a una Repubblica presidenziale, è giusto che lo dica. Ma è giusto dire - e io mi sento di dirlo qui - che quel disegno, quella visione, sono radicalmente sbagliati. Non possiamo essere il volto buono della destra. Poi si decida: non si può fare il sindaco di Firenze e il segretario del partito».

IL DISCORSO DI MATTEO RENZI
«Se ce l’ho fatta io ce la può fare chiunque. Qui c’è un’Italia che non si rassegna alla tecnocrazia e al governo dei burocrati. Noi - dice - non ci rassegniamo ad essere dei numeri, dei codici fiscali, ma vogliamo essere protagonisti. A Cuperlo dico che le associazioni rendono l’uomo più forte e danno la gioia di vedere quanta gente onesta c’è per cui vale la pena volere cose nuove. Il governo usi la nostra lealtà per poter essere efficaci negli investimenti; se no le larghe intese diventano solo il passatempo per superare il semestre Ue. Non possiamo farci dettare l’agenda dalla paura. Tocca a noi, ora tocca a noi». ha aggiunto Renzi. «Ha ragione Gianni Cuperlo a dire che non siamo il volto buono della destra, ma non possiamo essere neppure il volto peggiore della sinistra, quello che non ha fatto il conflitto di interessi e che ha mandato a casa Prodi» agginge. Sul governo commenta: «Il governo ha usato molto della nostra lealtà e pazienza; oggi è il momento di dire con forza che deve usare le nostre idee per essere efficace nelle scelte di politica economica, nelle riforme istituzionali, ma non faremo sgambetti».

IL DISCORSO DI FILIPPO CIVATI
"La prossima volta alla Convenzione del Pd voglio che ci sia pure Sel. Questa - dice riferendosi alla vicenda Cancellieri - non è stata una bella settimana, e chiedo scusa. Ma in un partito come il nostro l'identità deve avere un sinonimo, la coerenza. Il dire ed il fare per noi devono essere la stessa cosa. Il mio non è un disagio contro Letta ed il suo governo ma nei confronti delle larghe intese. Ritengo che sia uno schema troppo impegnativo per un partito di alternativa come il nostro. Fatta la legge elettorale l'anno prossimo si può tornare a votare, ed è stato sbagliato non votare la mozione Giachetti a maggio sulla legge elettorale. E il 9 dicembre dobbiamo tutti andare da Prodi a chiedergli di iscriversi al Pd e dobbiamo fare pure una telefonata a Stefano Rodotà".

Caricamento commenti

Commenta la notizia