PALERMO. Da lunedì Antonio Ingroia potrà legittimamente insediarsi alla guida di Sicilia e Servizi. Si avvia alla chiusura quindi il braccio di ferro fra i vecchi amministratori e il governo regionale. La nomina di Ingroia è collegata alla decisione del governo di liquidare la società. L'ex magistrato sarà appunto il liquidatore, e dovrà anche mettere ordine in una delle società più discusse per investimenti e gestione dei finanziamenti. Ma il consiglio di amministrazione in carica ha tentato di bloccare l'operazione. Al punto che la delibera del Cda era stata fermata dal rifiuto del notaio di registrarla. Il governo si era opposto e aveva chiesto all'Avvocatura dello Stato un parere sull'iter da seguire. Parere che è arrivato ieri: è corretta la scelta di liquidare la società così come la nomina di Ingroia. I vecchi amministratori hanno però fatto un ricorso anche al tribunale delle imprese sostenendo che la Regione deve fare una legge all'Ars per confermare il proprio piano. Ma a Crocetta per ora basta il parere dell'Avvocatura dello Stato e l'ex pm da lunedì sarà in via Thaon de Ravel a Palermo per prendere le redini di Sicilia e Servizi. Per prima cosa dovrà gestire la difficile fase di trasferimento di competenze e dotazioni informatiche dal socio privato di Sicilia e Servizi alla Regione: in ballo c'è il funzionamento di tutti i sistemi telematici della Regione. "Invito gli amministratori a desistere da un assurdo atteggiamento di sfida - ha detto a caldo Ingroia - per aprire un confronto sulle cose da fare". Un invito rivolto anche al socio privato che nel frattempo, in vista della scadenza del contratto prevista a fine dicembre ha annunciato il licenziamento dei suoi 70 dipendenti.
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