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Farmaci costosi, cambia la distribuzione Il Pd contro la Borsellino: è uno spreco

Reperibili solo alle Asp ora direttamente in farmacia. Panepinto: «Ci costerà 9 milioni». La replica: «No, risparmieremo»

PALERMO. I farmaci più costosi, per curare malattie come il diabete o i problemi cardiovascolari, non dovranno più essere ritirati presso le Asp ma potranno essere consegnati al paziente dal farmacista di fiducia. L’accordo fra Regione e Federfarma è stato siglato e ora si attende solo il decreto dell’assessore Lucia Borsellino per poter dare il via alle nuove regole già dal primo gennaio. Ma su questo piano è scoppiato un nuovo scontro fra assessore e Partito democratico, che in una interrogazione all’Ars chiede di bloccare tutto «per evitare uno spreco di 9 milioni».

L’accordo

Il piano dell’assessore prevede di ritornare al vecchio sistema di distribuzione dei farmaci PHT. Si tratta di quelli dal costo elevato, interamente pagati dalla Regione: la maggior parte dei pazienti non versa neppure il ticket proprio perchè soffre di patologie gravi. Queste medicine servono a curare - per esempio - malattie come il diabete o i problemi mentali e cardiaci. Da qualche anno, proprio per monitorarne il consumo e prevenire sprechi la Regione aveva deciso di distribuirli presso le Asp: c’è un ufficio in cui il paziente si reca e, dietro prescrizione medica, riceve periodicamente le quantità di cui ha bisogno. Per avviare questo nuovo servizio alcuni anni fa furono assunti con contratti a termine, ricorda il Pd, 110 farmacisti. Adesso la Regione ha deciso di tornare alla distribuzione tramite le farmacie private. L’accordo con Federfarma prevede che la Asp faccia una gara con i grandi fornitori, le farmacie si rivolgano a questi tramite una piattaforma informatica che traccia i consumi. Per ogni confezione consegnata ai pazienti i farmacisti verranno pagati dalla Regione 4 euro e mezzo.



La polemica
Il Pd però non ci sta. Giovanni Panepinto ha raccolto alcuni dati e li ha messi in una interrogazione parlamentare: «Mediamente vengono distribuite in Sicilia 2 milioni di confezioni. La spesa a carico della Regione sarà dunque di 9 milioni. Mentre restando con la distribuzione presso le Asp si pagherebbe solo lo stipendio ai 110 farmacisti, che costano 4 milioni e 400 mila euro all’anno». Panepinto punta proprio su questo: «Non solo ai farmacisti non verranno rinnovati i contratti. Ma se proprio si vuole attivare un servizio più capillare per agevolare i pazienti, si potrebbe assumerne di più. Invece la Regione sta optando per un accordo che avvantaggia solo la lobby delle farmacie».



La replica
Dall’assessorato alla sanità però smentiscono il Pd. «La distribuzione tramite le farmacie - spiega il dirigente Salvatore Sammartano - è attuata in quasi tutta Italia con risultati migliori di quelli che avevano noi con la distribuzione tramite le Asp. Spesso qui accadeva che le Asp non coprivano tutto il territorio. Si pensi a province dove è difficile muoversi dai piccoli centri verso i capoluoghi. Inoltre le Asp erano aperte solo ad alcune ore e in alcuni giorni e ciò creava disagi ai pazienti più anziani o disabili. L’accordo che abbiamo chiuso con Federfarma è molto vantaggioso dal punto di vista economico: quando l’interrogazione sarà discussa all’Ars dimostreremo che risparmiamo 15 milioni rispetto a oggi. Inoltre non è detto che i farmacisti assunti in passato non possano trovare impiego in altri nostri servizi».

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