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Cancellieri si difende in aula, ma pronta "a passo indietro se non ho la fiducia"

ROMA. Nessuna ingerenza, nessuna pressione. La leggerezza, semmai, di aver fatto "prevalere i sentimenti" sul doveroso "distacco" istituzionale. Con la consapevolezza, però, di non aver "mai derogato" ai doveri di ministro. Si difende a testa alta, Annamaria Cancellieri.

Davanti alle due Camere il ministro della Giustizia fornisce quel chiarimento sulla vicenda Ligresti che lo stesso governo le chiedeva. E la maggioranza le conferma la fiducia con due lunghi applausi, prima ancora che con dichiarazioni di rinnovata stima. Ma non è finita, perché il M5S pretende che si votino le sue mozioni di sfiducia al ministro. Un altro passaggio in Aula, forse due, prima di poter archiviare la vicenda in Parlamento.

"Ho la coscienza limpida", dice in mattinata la Guardasigilli da Strasburgo, dove è andata a parlare di carceri, convinta di avere "intrapreso la strada giusta" contro il sovraffollamento. Ma non è la sua azione politica sul banco degli imputati, bensì l'interessamento per il caso dei Ligresti. Alle 16 il premier Enrico Letta accoglie il ministro a Palazzo Madama. Poi in Aula per il lungo discorso che spiega, punto su punto.

"Non ho mai sollecitato la scarcerazione di Giulia Ligresti", puntualizza subito Cancellieri. La magistratura torinese si è mossa per sua "indipendente decisione", "non per mia ingerenza": lo testimonia "in modo incontrovertibile" il fascicolo giudiziario. La Guardasigilli afferma di aver "sempre agito senza mai derogare ai doveri di ministro". Nega di essere intervenuta anche per Jonella Ligresti. Ammette che non tutti i detenuti hanno un "diretto contatto" con lei. Ma ribadisce di essersi interessata a oltre 100 casi, "agli atti degli uffici". Ogni volta ha agito, spiega, sentendo "il peso" di "ogni vita che si spegne in detenzione: una sconfitta per lo Stato".

"Addolorata". Così si descrive Cancellieri ai parlamentari che l'ascoltano in silenzio. Rivendica con orgoglio che la sua carriera non è mai stata influenzata da rapporti personali. Ma riconosce che nella telefonata con Gabriella Fragni intercettata dalla magistratura, esprimeva "un sentimento di vicinanza" che può aver "ingenerato dubbi" sul necessario "distacco" richiesto dal ruolo di ministro. E' dunque con rammarico, ma con la coscienza a posto, che Cancellieri trae le sue conclusioni: "Non voglio essere d'intralcio, pertanto non esiterò a fare un passo indietro" se "è venuta meno" la fiducia del Parlamento.

La risposta arriva subito, eloquente. Applaude Letta, che a fine giornata rinnoverà con una stretta di mano la fiducia al suo ministro. Applaude la maggioranza Pd-Pdl-Sc. Per il Pdl il vicepremier Angelino Alfano l'aveva detto già in mattinata:  "Invitiamo convintamente il ministro a rimanere". E anche se non rinuncia al paragone con la telefonata di Berlusconi per il caso Ruby, Renato Brunetta la invita a "non farsi intimidire".

Il Pd, la cui posizione critica alla vigilia preoccupava il governo, non rinuncia a sottolineare quanto sia stata "inopportuna" la telefonata con la Fragni potendo ingenerare il sospetto - parole di Roberto Speranza - che per lo Stato, per le Istituzioni, "ci sono cittadini di Serie A e di Serie B". Ma ascoltata la spiegazione dei fatti, attraverso il segretario Guglielmo Epifani conferma la fiducia. Così come Sc, che sottolinea il tentativo di qualcuno di dare uno "scossone" al governo.

Molto più critici i toni dell'opposizione. Cancellieri non convince M5S, Lega, Sel e Fdi. "Dimissioni", invoca a gran voce il Carroccio. "Se le intercettazioni riguardassero Berlusconi si straccerebbero tutti le vesti", dice il grillino Alfonso Bonafede, che parla di un dibattito "ipocrita". Non rinunciano, dunque, i 5 Stelle alle loro due mozioni di sfiducia. Al Senato
chiedono senza successo di calendarizzarla per venerdì, alla Camera presentano formale richiesta di un voto al più presto. Insisteranno, assicurano, finché non otterranno una data. Nuovo appuntamento in Aula, insomma. Dopo l'operazione al braccio che attende domani il ministro.

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