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Formazione, polizze stipulate in Romania

Dossier dell’assessorato Formazione alla procura di Catania. Nel mirino due enti che si sono rivolti a una società di assicurazioni di Bucarest su cui la Regione nutre dubbi

PALERMO. Si chiama Societatea de Asigurare Reasigurare City Insurance ed è la compagnia rumena alla quale due enti che operano a Catania si sono rivolti per ottenere le polizze fidejussorie chieste dalla Regione per ammettere alla gestione dei corsi finanziati dal sistema pubblico. Una società sulla quale un dossier messo a punto dall’assessorato alla Formazione professionale solleva molti dubbi, comunicati subito alla Procura etnea. Si apre così il caso delle polizze che dovrebbero garantire l’amministrazione pubblica e invece rischiano di rivelarsi un boomerang. A rivolgersi a questa società con sede a Bucarest in via Andrei Muresanu 14, sono stati l’Enfap e l’Asaform Enaip. La polizza fideiussoria viene chiesta dalla Regione per garantirsi di fronte al rischio di un fallimento che farebbe perdere finanziamenti pubblici. Eppure il dirigente etneo dell’assessorato alla Formazione che ha eseguito le verifiche ha scoperto che l’Isvap (Istituto nazionale che vigila sulle compagnie assicurative) «ha vietato alla società l’assunzione di nuovi affari con un provvedimento del 2 luglio 2012 (numero 2.988)». Nel dossier che la Regione ha già inviato alla Procura di Catania si esprime la preoccupazione che la compagnia rumena possa avere contatti con la criminalità organizzata (sono citate due inchieste a Venezia e Cagliari) e si rivela che «l’Isvap ha ricevuto nell’ultimo biennio molte allarmate richieste di informazioni sulla società da parte di enti pubblici che hanno rappresentato come gli elevati oneri assunti, se non onorati, andrebbero a gravare sul bilancio delle amministrazioni pubbliche». Secondo il dossier poichè la compagnia non disporrebbe della liquidità necessaria a coprire tutte le polizze emesse, ci sarebbe un rischio di insolvenza.
Per gli enti della formazione, perennemente in rosso e con criticità amministrative generalizzate, ottenere una polizza non è stato facile negli ultimi anni. A questo punto l’assessorato guidato da Nelli Scilabra è pronto a non riconoscere la validità di polizze con la compagnia rumena o altre nella stessa situazione: una mossa che avrebbe come conseguenza la revoca dell’accreditamento a tutti gli enti che se ne sono avvalsi.
Ma il dossier segnala anche due anomalie del sistema che sono emerse in seguito alla scoperta del caso che riguarda Enfap Catania e Asaform Enaip Catania (ieri non è stato possibile contattare i titolari degli enti): «In Sicilia operano broker assicurativi potenzialmente legati alla criminalità organizzata che suggeriscono agli enti di formazione il ricorso a strutture che l’Isvap ritiene non affidabili. Inoltre la Regione, non essendo garantita da queste polizze, è a rischio di danni patrimoniali». Anche perchè il costo della stipula della polizza è fra quelli che gli enti possono considerare rimborsabili dalla Regione.
Il dossier dell’assessorato evidenzia anche la necessità di allargare l’indagine sulle polizze assicurative: «Non è dato conoscere quanti altri enti abbiano fatto ricorso a polizze fidejussorie con la medesima società rumena».
È un caso che si aggiunge a quelli che hanno portato alle aperture di inchieste giudiziarie a Catania, Messina, Trapani ed Enna sui costi di gestione gonfiati. Lo stesso dossier della Regione spulcia nei rendiconti degli enti individuando costi di pulizie che valgono più del triplo dell’affitto (è accaduto all’Anfe di Enna e all’Efal di Catania) e forniture per carta e sacchetti di immondiazia che costano più del doppio dei valori di mercato. Si tratta di spese che poi gli enti si facevano rimborsare dalla Regione. Da qui l’inchiesta che ha coinvolto a Catania Anfe Ct, Iraps, Anfes e Isvirr.

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