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Napolitano: «Modifica del diritto d'asilo politico»

ROMA.   Non sono migranti «legali o illegali», ma «profughi» che scappano da guerre e fame, i disperati che continuano a sbarcare sulle coste italiane. Il nodo da risolvere è dunque quello dell'«asilo politico». Il capo dello Stato Giorgio Napolitano chiama. Ed il Governo risponde a stretto giro annunciando un intervento di modifica del diritto all'asilo. Intanto, l'emergenza immigrazione irrompe domani sul tavolo dei Consiglio dei ministri dell'Interno dell'Unione europea. Con tutto il peso delle oltre 200 vittime del naufragio di Lampedusa. Il ministro Angelino Alfano è pronto a far valere le ragioni italiane - solitamente snobbate dagli Stati del Nord - ed a chiedere interventi. Il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, che dopodomani sarà in visita nell'isola della strage «per vedere con i miei occhi» cosa è successo, ha assicurato «azioni concrete».    Quello dell'asilo è un tema molto sentito dal presidente della Repubblica, che già il giorno della tragedia aveva sottolineato «l'esigenza di politiche specificamente rivolte al fenomeno dei profughi e richiedenti asilo non regolate da alcuna legge italiana». Il Governo ha raccolto l'invito ed oggi a Palazzo Chigi si è riunito un tavolo tecnico presieduto dal sottosegretario Filippo Patroni Griffi. L'intenzione è quella di modificare il diritto d'asilo con un intervento normativo che si baserà su tre direttive europee in materia (Qualifiche, Accoglienza e Procedure). Intanto, il Pd presenterà domani una sua proposta di legge sul tema. Ed infuriano gli attacchi alla legge Bossi-Fini, in prima fila il ministro dell'Integrazione Cecile Kyenge.  Cancellarla, ha detto il leader di Sel Nichi Vendola, «è un atto di igiene. È una legge fascista, razzista, architettata in spregio alla nostra cultura costituzionale».    Ma cambiamenti sono attesi anche in sede europea. Le rivendicazioni dell'Italia sono 'storichè: Roma chiede da anni, in sostanza, un maggiore contributo di Frontex, l'Agenzia europea delle frontiere, al pattugliamento del Canale di Sicilia e lo scardinamento della regola che impone al Paese di primo ingresso di gestire l'accoglienza dei migranti che, in molti casi, vorrebbero dirigersi verso altri Paesi europei. In questi giorni Alfano lo ha spiegato più volte: «Lampedusa non è una frontiera italiana, ma è la porta dell'Europa e dunque è l'Europa che deve proteggere la propria frontiera», non lasciando sola l'Italia. In quella zona di mare è attiva la missione Frontex 'Hermes', con un budget di 4 milioni di euro per il 2013. Vi contribuiscono due motovedette, un elicottero, un aereo ed alcuni esperti. Roma vorrebbe di più e sarà una delle richieste che il ministro porterà domani a Lussemburgo. L'altro punto dolente è il Regolamento di Dublino nella parte che, sottolinea Alfano, «con un approccio del tutto burocratico e burocraticista, affida al Paese di primo ingresso, ossia all'Italia, tutto il carico dei migranti». Si tratta, sottolinea, di regole «del tutto burocratiche e vanno urgentemente superate».    Contro queste richieste, poste periodicamente dall'Italia, ma anche dagli altri grandi Paesi europei con le sponde rivolte all'Africa, come la Spagna e la Francia, c'è sempre stato il fuoco di sbarramento degli Stati del Centro e del Nord Europa, non disponibili verso le istanze di quei Paesi che vengono definiti sprezzantemente 'Club Mediterranee». L'Italia, evidenziano, è stata settima nel 2012 nella graduatoria dei Paesi europei che accolgono richiedenti asilo. Lo scorso anno, la Germania ne ha accolti circa 65mila contro i 15mila dell'Italia.    La tragedia di Lampedusa ha tuttavia scosso tutte le istituzioni europee che hanno promesso attenzione al problema. «Spero che i ministri dell'Unione - ha detto Barroso - domani arriveranno a qualcosa che mostri più coerenza e ambizione in termini di azione per i nostri confini esterni. Quello che è accaduto è una tragedia umanitaria e penso che potremmo fare di più se gli Stati membri fossero d'accordo a voler fare di più». Per il presidente dell'Europarlamento Martin Schulz «è una vergogna che l'Ue abbia lasciato così a lungo sola l'Italia con i flussi di profughi dall'Africa». Sulla stessa linea il ministro francese per le collettività all'estero, Helen Conway-Mouret. «È scandaloso. Non possiamo pensare - ha detto - che l'Italia debba ritrovarsi da sola a gestire questa situazione». E mercoledì pomeriggio i grandi gruppi politici dell'Europarlamento hanno votato all'unanimità  per inserire nell'ordine del giorno il dibattito su Lampedusa. Oggi a Strasburgo, in apertura della sessione Plenaria, l'Europarlamento ha osservato un minuto di silenzio in ricordo delle vittime del naufragio e in serata i deputati hanno partecipato ad una fiaccolata. 

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