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Ars, il Pdl molla Silvio e guarda a Crocetta

I deputati scelgono Alfano, non verrà fondata Forza Italia. D’Asero: «Pronti a collaborare per le emergenze». Pd ancora all’attacco, Lupo: «Crocetta come Lombardo...». Il presidente: «La crisi per me è chiusa»

PALERMO. Il Pdl sposa all’Ars la linea Alfano e compie un altro passo verso la collaborazione con Crocetta. Il Pd attacca ancora il presidente, scavando un solco più profondo. La partita vinta da Letta a Roma provoca nuovi equilibri all’Ars, dove però l’ora X scatterà giovedì quando Crocetta riferirà sulla crisi e chiarirà con quale maggioranza intende proseguire il cammino.
Di sicuro, spiega il capogruppo del Pd Nino D’Asero, non nascerà a Sala d’Ercole un gruppo Forza Italia. Nessuno fino a ora si è mosso in questa direzione: segnale che Berlusconi non sfonda in Sicilia. I deputati regionali scelgono invece di seguire Alfano e Castiglione: «Anche i parlamentari più vicini a Schifani mi hanno confermato che non lasceranno il gruppo Pdl» commenta D’Asero riferendosi a Pietro Alongi e Giuseppe Milazzo. Insieme a Francesco Cascio, Nino Germanà, Vincenzo Fontana - alfaniani della prima ora - sono pronti a replicare in Sicilia la linea del segretario nazionale: «Il gruppo resta unito - spiega D’Asero - e resta dell’idea che una contrapposizione muro contro muro col governo regionale non serva a nessuno. Siamo pronti a collaborare per superare le emergenze». Vincenzo Vinciullo, deputato siracusano, si spinge a chiedere perfino un passo in più: «Non capisco perchè Alfano può fare il vicepremier e qui il Pdl non debba collaborare con Crocetta».
Al riparo da una nuova Forza Italia, il Pdl siciliano rischia la spaccatura solo a destra: Salvo Pogliese, Giorgio Assenza e Marco Falcone potrebbero infatti confluire nel nuovo contenitore di ex An che a Roma si rifà a Storace e Meloni e a cui in Sicilia lavorano Nello Musumeci e Santi Formica. D’Asero si mostra più cauto solo sullo scenario che vede la creazione di un nuovo partito che si ispira al Ppe e mette insieme Udc, moderati del Pdl e montiani: «Potrebbero servire mesi. Attendiamo, vediamo che succede nel frattempo». E in posizione di attesa si mettono anche gli uomini di Saverio Romano all’Ars. L’ex ministro a Roma si è detto soddisfatto della fiducia a Letta, implicitamente sposando la linea Alfano. Toto Cordaro all’Ars prova a tenere insieme il gruppo che vede al proprio interno pure gli uomini di Miccichè (più vicini a Berlusconi): «È un momento di riflessione, non tutto è automatico». In questo gruppo Pid-Grande Sud ci sono 5 deputati e se Crocetta li avvicinasse a sè, insieme al Pdl, potrebbe colmare il vuoto che gran parte dei 18 parlamentari del Pd lascerà confermando il 10 il ritiro del sostegno.
In questo senso il segretario Giuseppe Lupo non lascia margini di manovra. Anzi, le dimissioni congelate di Nino Bartolotta hanno aggravato la crisi col presidente: «Crocetta sbaglia nel respingere le dimissioni di Bianchi e Bartolotta - ha detto ieri Lupo -. Se vuole davvero il confronto con i 18 parlamentari del Pd non è ostacolando il partito che lo avrà. Da Crocetta continuano ad arrivare solo segnali di chiusura». Lupo ha notato il dialogo che negli ultimi giorni Crocetta ha rafforzato col Pdl: «Il centrodestra all’Ars praticamente non è opposizione». Il segretario del Pd prevede che il 10 all’Ars «Crocetta faccia un discorso in cui chiede ”a chi ci sta” di sostenere le sue leggi. Un piano di Lombardiana memoria... A lui non fa certo onore».
Crocetta ieri era a Roma. E non evita più di mostrare irritazione verso il Pd: «Per me la crisi di governo è chiusa» ha detto martedì notte dopo il caso Bartolotta. Di più, ha lanciato un messaggio ai leader delle correnti: «Non pensino di costringere Bianchi e Bartolotta a lasciare, perchè comunque come assessori sceglierei due dei tanti professionisti validi che ci sono nell’Isola». Crocetta e i dirigenti Pd da giorni hanno azzerato i contatti.
In questo clima l’unica area del Pd a lavorare per una ricucitura è proprio quella di Letta, che in Sicilia fa capo a Pino Apprendi: «Crocetta e il Pd devono superare ogni incomprensione e, insieme alle altre forze della maggioranza, iniziare un nuovo percorso».
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