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Crisi di Governo: Pdl a rischio spaccatura

NAPOLI. «I miei problemi personali non hanno avuto peso nelle mie decisioni politiche». Risponde così Silvio Berlusconi, in collegamento telefonico con la manifestazione di Forza Italia in un albergo del Lungomare di Napoli, alle critiche, provenienti anche da esponenti della sua area, circa la sua decisione di far dimettere i ministri del PdL.
«Tutto quello che ho deciso - ha aggiunto il leader di FI - l'ho deciso e fatto per il bene del Paese. Per mesi ci siamo battuti per inserire nel programma di governo dei provvedimenti che riducessero la pressione fiscale. Ma ci siamo trovati di fronte ad una sinistra che non concepisce altro che mettere le mani nelle tasche degli italiani. Questi signori della sinistra hanno sempre gli stessi brutti vizi».
Ma la giornata vede le dichiarazioni delle «colombe» del Pdl contro «gli estremismi». Ad uno ad uno, pur con toni diversi, i 5 ministri del Pdl, insieme a esponenti di spicco come Maurizio Sacconi e Fabrizio Cicchitto, prendono le distanze dal diktat arrivato sabato di dimettersi, minacciando di non entrare in una Fi a trazione dei falchi. Prima il ministro Beatrice Lorenzin, poi Gaetano Quagliariello escono allo scoperto sostenendo di non riconoscersi «in una destra radicale». Più netto Maurizio Lupi che, non riconoscendosi «in un movimento estremista in mano agli estremisti» chiama Angelino Alfano a «mettersi in gioco per una buona e giusta battaglia». E nel pomeriggio, anche il segretario Pdl si smarca, pur con toni moderati: «Se prevarranno intendimenti estremistici, il sogno di una nuova Fi non si avvererà. So bene che quelle posizioni sono interpretate da nuovi berlusconiani ma, se sono quelli i nuovi berlusconiani, io sarò diversamente berlusconiano». E per ultima, chiede uno «stop ai radicalismi» anche il ministro Nunzia De Girolamo. Il redde rationem è fissato per oggi pomeriggio, quando alla Camera si terrà la riunione congiunta dei gruppi di Camera e Senato alla presenza di Berlusconi, per decidere cosa fare. Che il rischio di una spaccatura sia nell’aria è la paura di molti. Ecco perchè il Cavaliere ha intenzione di arrivare all’incontro con una strategia ben definita, provando a far rientrare la frattura in un vertice ristretto a via del Plebiscito. Oggi a palazzo Grazioli incontrerà i capigruppo, i coordinatori, ma soprattutto Angelino Alfano. È con il segretario del Pdl che le distanze in questo momento sono più evidenti. Ma Berlusconi è sicuro: nessuno dividerà i moderati.

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