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L’Mpa apre a Crocetta: «Collaboriamo»

Dopo bianchi pure Bartolotta pronto a lasciare la giunta «Se serve a favorire la riconciliazione». Lupo: «Il presidente pensa di trasformare il Pd in una succursale del Megafono». Gli appelli di Leanza e Udc

PALERMO. Lo scontro fra il Pd e il presidente della Regione si fa sempre più duro, i margini per una ricomposizione sembrano ridursi di ora in ora. «Crocetta sia serio e si occupi dei problemi della Sicilia piuttosto che perdere tempo ad attaccare il Pd»: è l’ultima nota del segretario dei democratici Giuseppe Lupo è tutt’altro che conciliante. E arriva proprio nel giorno in cui l’Mpa tende una mano al presidente aprendo nuovi scenari.
E anche le posizioni degli assessori in quota Pd sono distanti l’uno dall’altro. «Dimettermi? Assolutamente no, in questo momento più che mai»: l’assessore al Territorio Mariella Lo Bello non intende fare un passo indietro. «Abbiamo avviato un’operazione di pulizia – dice –, di assunzione di responsabilità e di sgombero delle incompatibilità ambientali. Non si comprende perché adesso dovremmo interrompere questo percorso così come non si capisce l’oggetto del contendere».
Ad un passo dalle dimissioni invece l’assessore alle Infrastrutture, Nino Bartolotta, che prende tempo ma potrebbe seguire le orme del collega Luca Bianchi che venerdì ha rimesso il mandato nelle mani del governatore. «La speranza è che la rottura possa ancora ricomporsi – dice – ma se la posizione del partito resta ferma e le possibilità di una riconciliazione dipendono dalle dimissioni degli assessori ne prenderò atto e mi adeguerò». Bartolotta rivendica il «senso di appartenenza al partito» e non vuole, con una eventuale permanenza in giunta, pregiudicare la possibilità che Pd e governo tornino a dialogare. «Insistere – aggiunge – sarebbe un danno anche per il governo e per Crocetta».
Una disponibilità che, negli ambienti democratici, potrebbe essere apprezzata, come apprezzato è stato il gesto di Bianchi. Ma sulla «questione assessori» Lupo non sembra disposto a fare sconti al governatore. «Crocetta sa bene che il Pd non ha mai proposto nomi di assessori al posto degli attuali – ribadisce - . Dica piuttosto che è stato lui a proporre a me, Gucciardi e Cracolici di sostituire gli assessori Bianchi e Sgarlata senza ricevere il nostro assenso».
In ballo c’è anche la vicenda Megafono, con la commissione dei garanti guidata da Luigi Berlinguer che a Roma ha deciso di ripassare la palla a Palermo. «Il presidente – dice Lupo - ha attribuito in questi mesi decine di poltrone di sottogoverno ai suoi amici del Megafono. Non ha quindi le carte in regola per criticare il Pd che non ha nessuna poltrona di sottogoverno e ha deciso di lasciare libere anche le poltrone in giunta. Dopo la decisione della commissione Berlinguer sul Megafono – annuncia Lupo - chiederò un incontro alla commissione regionale di garanzia per difendere il mio partito dagli attacchi del presidente che pensa di trasformare il Pd in una succursale del Megafono».
Se governo e Pd sono sempre più distanti, una mano tesa a Crocetta arriva dall’opposizione. Dopo i segnali di apertura dei giorni scorsi da pezzi del Pdl e del Cantiere popolare è Vincenzo Figuccia dell’Mpa offrire collaborazione: «Sono certo che all’Ars ci sono deputati pronti a supportare provvedimenti davvero utili per la Sicilia purchè ciò avvenga alla luce del sole. La Sicilia non può essere ostaggio delle schermaglie congressuali del Pd. Crocetta venga all’Ars e dica quali provvedimenti vuole discutere, cercando su questi il consenso dell'Aula». E gli alleati di Articolo 4 confermano il sostegno al presidente: «Con Crocetta e con il governo – ha detto il leader del movimento, Lino Leanza - il nostro confronto non sarà mai per un posto in giunta o per una poltrona di qualsiasi tipo. Il nostro confronto sarà sempre sulle cose fatte e da fare, sulle priorità per la Sicilia, il lavoro, lo sviluppo». L’Udc intanto, riunita a Catania con il segretario regionale, Giovanni Pistorio, e il ministro Gianpiero D’Alia, «auspica che tutti collaborino per riportare immediatamente i toni del confronto sui binari della moderazione e della serietà istituzionale».

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