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Crisi, Napolitano: preoccupato? È evidente

NAPOLI. Presidente, è preoccupato per la situazione? "Fate domande di una ingenuità mai vista...". Così il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha replicato oggi a Napoli ai giornalisti che lo aspettavano a Villa Pignatelli per un incontro con la comunità ebraica. «Siamo in una fase un po’ critica - ha continuato il capo dello Stato - io cercherò di vedere se ci sono le possibilità per il prosieguo della legislatura».  Sulla possibilità, chiesta a gran voce anche da alcuni esponenti politici, dello scioglimento anticipato delle Camere, Napolitano ha risposto: «Solo se non ci sono atre soluzioni. La tradizione è che il presidente della Repubblica concede lo scioglimento delle Camere quando non c'è la possibilità di dar vita ad una maggioranza e ad un governo per il bene del Paese». Ultima spiaggia, insomma, intanto: «Procederò con una attenta verifica dei precedenti di altre crisi, a partire dalla crisi del secondo governo Prodi». 
Oggi, intanto, previsto un vertice al Quirinale tra Napolitano e Letta

CICCHITTO. "Berlusconi avrebbe bisogno di un partito serio, radicato sul territorio, democratico nella sua vita interna, un partito di massa, dei moderati, dei garantisti, dei riformisti e non un partito di alcuni estremisti che nelle occasioni cruciali parlano con un linguaggio di estrema destra dall'inaccettabile tonalità anche nel confronto con gli avversari politici che non dobbiamo imitare nelle loro espressioni peggiori": così Fabrizio Cicchitto, in una lunga nota nella quale invita a non illudersi su elezioni subito. Cicchitto ribadisce più volte la sua vicinanza e solidarietà a Berlusconi, ma anche "quello che ho già detto ieri: una decisione come quella di far cadere il governo Letta-Alfano in un momento economico e sociale così delicato e dagli esiti imprevedibili per quello che riguarda la parte finanziaria, non può essere assunta da un ristretto vertice del Pdl, in assenza sia del vicepresidente del consiglio e segretario politico Alfano, sia dei due capigruppo Brunetta e Schifani, ma specialmente senza la riunione dell'ufficio di presidenza e senza l'assemblea dei gruppi parlamentari anche perche', da oggi fino alle prossime elezioni - che nessuno si può illudere che avvengano immediatamente visto che va rifatta la legge elettorale - i parlamentari devono svolgere un ruolo decisivo in Parlamento e sul territorio e quindi il loro ruolo politico e' assai importante e non possono essere trattati come delle semplici pedine da manovrare, in modo per di più disordinato, ad opera di pochi dirigenti del partito". Un dibattito interno, secondo Cicchitto, tanto più indispensabile perché se la decisione di aprire la crisi "aveva delle serie ragioni" esistevano "anche dei seri motivi di segno opposto". Insomma, "opposte ragioni di grande rilievo che potevano essere sciolte solo attraverso un serio e grande dibattito che non è una perdita di tempo come oggi ci spiega qualcuno; perché la discussione è il sale della democrazia e perché i nostri gruppi parlamentari sono di ottimo livello". "Inoltre - sottolinea - Forza Italia prima e il Pdl poi, hanno come valore essenziale quello della libertà e della democrazia che evidentemente va praticata anche al proprio interno". "Di conseguenza confermo la mia solidarietà a Berlusconi,ma reputo anche che un ristretto nucleo di dirigenti non possa fare il bello e il cattivo tempo nel Pdl, ancora di più nella fase preparatoria di Forza Italia che, gestita come e' avvenuto in questi giorni, viene presentata in modo assai discutibile. A proposito di tutto ciò non credo proprio che Angelino Alfano - il quale è cresciuto in questi anni come dirigente politico e come uomo di governo - possa essere cancellato con un tratto di penna, anche perché bisogna cominciare a pensare a costruire un partito dell'oggi per il domani e per il futuro: un partito del centrodestra, guidato da una nuova generazione politica e specialmente un partito di centrodestra che abbia forti e positivi rapporti con il Ppe, anche in vista delle prossime elezioni europee". "I ministri del Pdl al governo - conclude - hanno dato prova che essi, insieme a numerosi giovani dirigenti del partito, possono essere davvero il nucleo di una nuova classe Dirigente".

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