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Crisi, Lupo a Crocetta: sciogli il Megafono Oggi a Roma la commissione di garanzia

PALERMO. «Crocetta sbaglia a insistere con gli assessori perchè non si dimettano, questo ostacola il confronto con noi. E non pensi che l’eventuale addio alla giunta di uno o due membri possa essere sufficiente»: a metà della sua giornata romana il segretario regionale del Pd, Giuseppe Lupo, lancia il nuovo attacco al presidente. E oggi un altro colpo potrebbe arrivare dalla commissione nazionale di garanzia, presieduta da Luigi Berlinguer, che nell’ambito della riunione prevista per le regole congressuali affronterà anche il caso Megafono, il movimento a cui ha dato vita Crocetta e che il Pd chiede di sciogliere. Lupo è stato nella sede della segreteria nazionale anche se precisa di non aver incontrato Epifani. Il segretario parla però a 24 ore dalla missione romana di Crocetta e rileva che «il presidente ha inviato un Sos al partito nazionale e mi pare che non sia arrivata alcuna risposta».
Il renziano Davide Faraone fa di più, smentisce la versione ufficiale sul mancato incontro: «Ho letto sui giornali che Epifani non ha incontrato Crocetta perchè impegnato in aula. Guglielmo sta seduto due banchi sotto al mio in Aula. Lui non ha partecipato alle votazioni e se non ha incontrato Crocetta lo ha fatto scientemente».
Il silenzio della segreteria nazionale viene interpretato come una ratifica della linea siciliana: ritiro del sostegno alla giunta con richiesta di dimissioni agli assessori. Oggi è attesa a Palermo la conferenza stampa dell’assessore all’Economia Luca Bianchi che, dopo aver incontrato Bersani mercoledì, ha detto di non vedere in questo momento (senza il sostegno del Pd) le condizioni per governare. In casa Pd si danno per scontate le dimissioni dell’assessore e ci si attende che anche Nino Bartolotta (Infrastutture) faccia lo stesso. Per molti è questo passaggio la crepa che può rompere il muro di Crocetta («no al rimpasto) e creare le condizioni per un riavvicinamento forzato.
A Lupo però non basta: «Gli assessori devono dimettersi tutti». Anche perchè il Pd non considera più suoi rappresentanti quelli che restano in giunta, dunque riterrebbe ridimensionata la sua rappresentanza da 4 a 2 anche se sostituisse Bianchi e Bartolotta.
Ma Lupo va oltre e allarga il fronte di scontro con Crocetta: «Non basterebbero due dimissioni per ricucire il rapporto. Ora il problema è più complesso. Crocetta chiarisca qual è il suo rapporto con il Pd. C’è un problema politico col Megafono. Dispiace la rottura col presidente, ma lui fino a ora si è occupato più del suo partito che di governare. Noi vorremmo governare con lui».
È il segnale che Roma guarda con attenzione alle mosse congressuali di Crocetta, anche a quelle in territorio siciliano. Il presidente non ha nascosto un avvicinamento a Renzi e ciò preoccupa i vertici del partito, su cui Bersani continua ad avere influenza. Anche per questo motivo oggi alle 9 la commissione di garanzia tornerà a discutere del ruolo del Megafono: «Il presidente non ha rispettato quanto deciso in estate dalla commissione» si limita ad anticipare il palermitano Giovanni Bruno, uno dei 7 membri dell’organo guidato da Berlinguer. Due mesi fa Roma aveva ritenuto incompatibile la convivenza fra Pd e Megafono e dunque aveva chiesto a Crocetta di sciogliere i gruppi nei consigli comunali. In questo clima da Roma l’unico a commentare ufficialmente il caso Sicilia è Corradino Mineo, senatore eletto nell’Isola: «Il Pd rinunci a chiedere le dimissioni degli assessori e convochi, insieme a Crocetta, una Convenzione per la Sicilia».

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