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Ars, slitta il pagamento degli stipendi per deputati e impiegati

Salta la scadenza del 27 di settembre: i fondi dalla Regione non sono ancora arrivati. L’assessorato all’Economia: è solo un ritardo

PALERMO. Una lettera di poche righe ha annunciato ai deputati dell’Ars che la tradizionale scadenza per il pagamento degli stipendi questo mese non verrà rispettata. Gli onorevoli dovrebbero incassare le buste paga intorno al 23 di ogni mese. Mentre per i circa 240 amministrativi dell’Assemblea, gli 80 stabilizzati dai gruppi parlamentari e i 282 pensionati la scadenza è quella naturale del 27 ma pure in questo caso non verrà rispettata. Tutto slitta per carenza di fondi, anche se l’assessorato regionale all’Economia assicura che si tratterà di un ritardo di pochi giorni.
Nella serata di lunedì il servizio Ragioneria dell’Assemblea regionale ha comunicato che «considerato che non sono stati ancora accreditati i fondi dovuti dalla Regione a titolo di dotazione ordinaria spettante all’Ars per l’anno 2013, il pagamento dell’indennità parlamentare sarà differito». L’Ars - spiegano i vertici amministrativi - dovrebbe ricevere in due rate, a gennaio e giugno, i 152 milioni che la Regione garantisce. Ma la crisi finanziaria obbliga a parcellizzare mese per mese il finanziamento. E a settembre i 10 milioni attesi non sono stati accreditati. Ogni anno l’Ars spende circa 20 milioni e mezzo per gli stipendi dei deputati e poco più di 37 per pagare i dipendenti (in questa cifra sono comprese anche le spese per aggiornamento professionale, vestiario di servizio e rimborsi).
Secondo il servizio Ragioneria dell’Assemblea anche le quote di settembre per il funzionamento dei gruppi parlamentari subiranno un lieve ritardo: è una spesa che ogni anno vale circa 6,9 milioni ma all’interno della quale figurano pure i 4 milioni e mezzo erogati per pagare gli 85 dipendenti assunti direttamente dai gruppi e poi stabilizzati.
Tutto questo subirà un ritardo di qualche giorno. L’Ars ha già scritto alla Regione chiedendo di accelerare l’erogazione della rata di settembre. E ieri il Ragioniere generale della Regione, Mario Pisciotta, ha garantito che il problema è già stato affrontato: «Abbiamo sbloccato una decina di milioni con cui l’Ars potrà far fronte alle spese. I soldi ci sono, serve solo qualche giorno perchè vengano materialmente trasferiti».
Non è la prima volta che all’Ars si blocca il pagamento degli stipendi. Già nel 2012 nel pieno di una crisi finanziaria che portò perfino a spegnere l’aria condizionata negli assessorati per risparmiare sulla bolletta, il Parlamento fu costretto a non pagare gli stipendi: «In quell’occasione - ricorda Marco Falcone del Pdl - gli stipendi ritardarono di 23 giorni. In questo caso il problema principale è invece per il personale amministrativo. E speriamo venga risolto al più presto. I deputati possono attendere qualche giorno».
Il ritardo nel pagamento degli stipendi arriva a pochi giorni dalle polemiche per lo stop alla riduzione delle buste paga. L’Ars, al pari di quanto già fatto dalle altre Regioni, dovrà far scendere gli stipendi da 11.780 euro netti al mese (bonus esclusi) a 11.100 lordi (fra gli 8 mila e i 9 mila netti). Ma la maggior parte dei partiti non vuole applicare il decreto Monti per rimanere agganciato in virtù dell’Autonomia al meccanismo retributivo del Senato. Da l’ultimatum del presidente Giovanni Ardizzone: «Se i partiti non trovano l’intesa entro metà ottobre, i tagli li faccio io per decreto ed entreranno in vigore dal 2014».

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