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Dalla Regione soldi a forestali e Comuni

Manovra correttiva del governo Crocetta da 50 milioni. Servirà a trovare i fondi anche per le Province

PALERMO. Una manovra correttiva per finanziare le Province, i piccoli Comuni e consentire ai forestali di completare le giornate di impiego. Così il governo impiegherà gli ultimi sgoccioli del bilancio 2013 e subito dopo inizierà a lavorare alla Finanziaria 2014 con l’obiettivo di ridurre le spese di altri 600 milioni almeno. Ecco il piano dell’assessore all’Economia, Luca Bianchi, per superare le emergenze e riuscire ad approvare i documenti contabili entro fine anno evitando un nuovo ricorso all’esercizio provvisorio.
Tutti temi che domani saranno al centro di un confronto fra l’assessore e il sottosegretario all’Economia, Stefano Fassina. Da questo vertice Bianchi attende il via libera ministeriale alle soluzioni individuate per trovare risorse spendibili subito.

LA MANOVRA DI SETTEMBE
La prima risposta che Bianchi attende riguarda la possibilità di alleggerire il patto di stabilità verticale, quello che regola i tetti alle spese della Regione e degli enti locali: «Se potessimo agire in questa direzione - anticipa l’assessore - potremmo svincolare una trentina di milioni, forse anche 50, che ci permetterebbero di risolvere i problemi in quei settori su cui fino a oggi non siamo potuti intervenire. Penso ai piccoli Comuni, ai forestali e alle Province che vanno tenute in equilibrio in attesa della fase due della riforma».
Per quanto riguarda i forestali, da settimane i sindacati chiedono una sessantina di milioni. Verosimilmente però la Regione finanzierà la metà in modo da garantire gli standard minimi di impiego annuale: 78, 101 e 151 giornate. In questo modo tutto il personale già impegnato nelle campagne antincendio e nell’attività ordinaria nei boschi non vedrà interrompere in anticipo la stagione. «Il resto delle risorse - prosegue Bianchi - lo divideremo fra le Province, per cui servono almeno una decina di milioni, e i piccolo Comuni». In questo modo verrebbero garantiti gli stipendi al personale e i servizi minimi degli enti locali.
Se da Roma arriverà il via libera, Bianchi preparerà la manovra entro un paio di settimane per arrivare alla riapertura dell’Ars, prevista per il 18 settembre, con un testo già pronto per l’esame dell’aula. Se la tabella di marcia verrà rispettata, a quel punto il governo potrà concentrarsi sulla Finanziaria e sul bilancio del 2014.

LA MANOVRA DEL 2014
In realtà alla manovra 2014 Bianchi ha già iniziato a lavorare. «È certo che dovremo rispettare gli stessi tetti di spesa imposti dallo Stato quest’anno per partecipare al risanamento nazionale - anticipa l’assessore - in più dovremo fare a meno dei fondi Fas che dal prossimo anno non sono più utilizzabili per spese inserite nel bilancio». Una tegola che costituirà il problema principale del prossimi bilancio: «Nel 2013 abbiamo impiegato 600 milioni di fondi Fas, dunque l’anno prossimo dovremo fare tagli per questa cifra o individuare nuove fonti di finanziamento». Anche per questo motivo l’assessore ha scritto nei giorni scorsi a tutti i colleghi e ai dirigenti dei dipartimenti chiedendo di individuare tutte le voci di spesa tagliabili: «I dirigenti sono invitati a predisporre specifici piani triennali di razionalizzazione, semplificazione e digitalizzazione, riduzione dei costi di funzionamento». I tagli dovranno riguardare pure «gli appalti di servizio, gli affidamenti alle partecipate e le consulenze attraverso persone giuridiche».
In sintesi «tutti i rami di amministrazione dovranno entro il 13 settembre individuare misure dirette al contenimento delle spese e al reperimento di risorse aggiuntive». Su questo punto l’assessore prova ad accelerare: «Saremo pronti con la nuova Finanziaria e il nuovo bilancio entro fine settembre in modo da arrivare all’Ars entro fine anno evitando l’esercizio provvisorio».

I FONDI ALLE IMPRESE
Nell’attesa Bianchi spera anche di ricevere da Fassina una risposta sul piano della Regione per non aumentare le tasse in cambio del mutuo da un miliardo destinato a saldare i debiti con le imprese. La legge doveva essere approvata entro l’estate ma ha subito un rinvio per evitare di garantire il mutuo con un aumento dell’Irpef (l’alternativa è utilizzare l’aliquota maggiorata oggi in vigore per coprire il buco della sanità e che doveva invece scomparire nel 2014).

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