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Spaccature su Muos, tagli agli stipendi: c'era una volta il "Modello Sicilia"

PALERMO. Il modello Sicilia è un lontano ricordo, l'intesa tra i grillini e il presidente Rosario Crocetta è andata in frantumi nell'ultimo giorno prima della pausa estiva.
I Cinque Stelle, forti dei 14 deputati del Gruppo, hanno lanciato l'ultimatum al governo, "basta proclami, subito le riforme o a dicembre sarà mozione di sfiducia", ma Crocetta ha ribadito l'azione rivoluzionaria del suo governo rilanciando i sospetti di presenze mafiose sia tra gli attivisti contrari al radar di Niscemi sia su denunce che interesserebbero alcuni deputati.
È l'ennesimo scontro sui temi più caldi dell'agenda di governo, dal megaradar di Niscemi alla nomina al vertice dell'Irsap, dell'istituto che gestisce lo sviluppo delle imprese. Il momentaneo stop alla nomina del presidente Alfonso Cicero nei giorni scorsi aveva spinto Confindustria a parlare di "politica complice della mafia" e il presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone, aveva replicato invitando gli industriali "a fare nome cognome, perché all'Ars ci sono 90 persone per bene".
Sui tagli agli stipendi Crocetta ha invitato i grillini "a presentare voi una legge". Per Crocetta "c'è un clima incendiario, la Regione non può far nulla e da Roma non c'è stato alcun intervento. Forse qualcuno vuole che queste proteste continuino". Parole che evidenziano il sospetto, da parte del presidente, che dietro al silenzio di Roma possa esserci una strategia politica per mettere in difficoltà il suo governo.

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