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L’Ars inciampa subito, corsa contro il tempo per salvare i precari

PALERMO. L’Ars inciampa subito su ritardi e polemiche. E così la tabella di marcia che dovrebbe portare da qui a dieci giorni ad approvare un fiume di provvedimenti subisce subito uno stop.
In mattinata la commissione Bilancio non si è neppure riunita per discutere del disegno di legge che aumenta l’Irpef per pagare i debiti con le imprese. Complice l’attendismo del Pd che domani avrà un vertice a Roma col sottosegratario all’Economia, Stefano Fassina, per provare a strappare una soluzione alternativa all’aumento dell’addizionale regionale Irpef. Intanto il capoggruppo Baldo Gucciardi ed Antonello Cracolici ribadiscono che il Pd non voterà il provvedimento se non ci saranno modifiche che alleggeriscono il peso fiscale a carico dei cittadini.
L’assessore all’Economia Luca Bianchi tende una mano e si dice disponibile ad aumentare la fascia di esenzione. Mentre Rosario Crocetta è stretto fra il pressing degli imprenditori e il rischio di una maggioranza che potrebbe spaccarsi. Soprattutto se, come sembra, la legge sulle imprese passerà col voto decisivo del Pdl.
Intanto entro domani sera l’Ars deve anche varare la norma che proroga fino a fine anno i contratti dei circa 20 mila precari degli enti locali. Altrimenti dal primo agosto il personale resterà senza contratto. Ma prima di varare la proroga il Parlamento deve obbligatoriamente approvare anche l’assestamento di bilancio. E anche l’iter di questa norma è appesantito dal pressing trasversale per inserire nuovi finanziamenti ad alcuni enti della tabella H. Malgrado la Corte dei Conti abbia sugerito di non fare spese che potrebbero compromettere gli equilibri di bilancio.
L’Ars nel pomeriggio aveva iniziato a lavorare sulla norma che impedisce l’elezione a deputato a chi è titolare, socio o direttore di enti della formazione. Limite che scatta anche se gli interessi sono del coniuge dell’aspirante onorevole. Ma una pioggia di emendamenti ha provocato i veti incrociati. Il Pd ha chiesto di estendere l’incompatibilità anche a chi ha interessi (propri o del coniuge) in enti o società che si occupano di energia, rifiuti e comunicazione. Vari altri emendamenti allargano il campo delle incompatibilità ma l’iter si è fermato quando Roberto Di Mauro (Mpa) ha rilevato che l’attuale formulazione della norma potrebbe provocare l’eliminazione del vincolo di incandidabilità per manager e revisori dei conti delle Asp. Di fronte a questo dubbio, condiviso da molti, il presidente della commissione Affari istituzionali, Marco Forzese, ha suggerito di riscrivere tutto. E a questo punto il presidente Giovanni Ardizzone ha rispedito il testo in commissione: se ne riparlerà fra qualche giorno.

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