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Crocetta al Pd: nessun aut aut, il Megafono non si tocca

PALERMO. L’ultimatum del Pd a Crocetta sul divieto di “doppia militanza” nel Megafono e nel Partito democratico manda su tutte le furie il presidente della Regione, che nello scontro con i democratici incassa il sostegno del leader regionale dell’Udc, Gianpiero D’Alia e rilancia: «Stiamo preparando una grande festa a Palermo per dire che ci siamo, con rappresentanti anche nazionali, per dire basta ai blocchi di potere e ai capi corrente delle tessere”.
Ma la tensione con la maggioranza all'Ars è altissima. Il presidente della commissione Bilancio, Nino Dina, esponente dell’Udc, replica alle critiche di Crocetta sulla sua possibile presenza in giunta: “Il presidente – afferma Dina -. si astenga dagli sfrigulamenti e dai mascariamenti che non si addicono alla statura politica di un aspirante leader nazionale”.
Crocetta però non molla e continua la sfida i democratici, che ieri hanno approvato un documento nel quale invitano tutti gli esponenti del Pd a non militare in movimenti strutturati come partito. Decisione che arriva all’indomani della amministrative, nelle quali Pd e Megafono, il movimento di Crocetta, in diversi centri hanno corso come avversari, “duello” che prosegue col movimento del presidente della Regione che cresce giorno dopo giorno  mentre lo stesso Crocetta  aspira alla leadership nazionale del Partito democratico.
«Ho assistito a un vero e proprio linciaggio – dice Crocetta - mentre siamo in prima linea, in trincea, mentre ci sono funzionari che rischiano perché hanno scelto la  libertà. Chi pensa di buttarci fuori lo faccia, ma lo farà con ragioni basate sul nulla, figlie del peggior opportunismo stalinista». Quindi Crocetta ribadisce la sua appartenenza al Pd e spiega che il Megafono è “un movimento libero di uomini e donne libere. Si può essere incompatibili con un'idea? Alcuni si, perché quell'idea mette in discussione il  loro modo di essere, il loro modo di fare politica e persino il modo di gestire i rapporti umani. Nessuno pensi di intimidire, non ho alcuna intenzione di rinunciare alla mia militanza nel Pd: è anche il mio partito. Ma nessuno pensi di poter utilizzare quei muscoli per cancella un'idea. Il Megafono non ha sede, non ha un organismo regionale, uno statuto».
Crocetta incassa subito oggi il sostegno dell’Udc, che per voce di Gianpiero D'Alia, ministro della Pubblica amministrazione e segretario regionale in Sicilia, dice di non voler “entrare nel dibattito che si è aperto nel Pd ma non c'è dubbio che la questione morale posta dal presidente Crocetta merita tutta l'attenzione possibile. Capisco e rispetto il travaglio che vivono i democratici in queste ore ma ritengo fondamentale unire le forze, soprattutto quelle della maggioranza che governa la Sicilia, affinché la politica recuperi fino in fondo la sua credibilità”.
 

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