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Formazione, fondi revocati agli enti: a rischio oltre 200 lavoratori

PALERMO. Già sospesi i finanziamenti ad Ancol, Luman e Aram, l’assessorato regionale alla Formazione prova adesso a salvare il personale dei tre enti coinvolti nell’inchiesta di Messina che ha portato agli arresti dieci persone tra cui le mogli del deputato Pd Francantonio Genovese e dell’ex sindaco del Pdl Giuseppe Buzzanca.
 
I tre enti avevano ottenuto fra il 2006 e il 2011 - gli anni d’oro dei finanziamenti a pioggia - ben 50 milioni. Mentre quest’anno gli era stato assegnato molto meno: all’Aram sarebbero andati 3 milioni e 423 mila euro, all’Ancol 2,8 milioni e un milione tondo al Lumen.
 
La riduzione dei finanziamenti fra il 2011 e il 2013 aveva già costretto i tre enti a licenziare 113 dipendenti. In servizio ne restano 203 ma il provvedimento con cui la Regione sta già togliendo agli enti la patente per svolgere i corsi (il cosiddetto l’accreditamento) costringerà probabilmente a nuovi licenziamenti o alla chiusura. Un problema che potrebbe estendersi, visto che la Regione - anche per altri motivi - ha procedure sanzionatorie in corso verso 43 enti.
 
Per questo motivo nell’assessorato guidato da Nelli Scilabra da stamani è iniziata la verifica delle possibili soluzioni per il personale: la strada che si sta percorrendo è quella del pagamento diretto dei lavoratori da parte della Regione. Ma su questo fronte pesano i dubbi della Corte dei Conti su casi analoghi verificatisi in passato, soprattutto perchè la Regione utilizza fondi europei che non possono essere spesi senza procedure di gara pubblica.
 
L’alternativa sarebbe la cassa integrazione, ma le scarse risorse a disposizione non bastano neppure per chi usufruisce già degli ammortizzatori sociali e non permetterebbero dunque di aumentare il numero dei beneficiari. La terza strada sarebbe quella dell’assorbimento degli esuberi da parte di altri enti ma ciò comporterebbe l’aumento dei finanziamenti per queste sigle e pure in questo caso la procedura non è semplice.
 
Nel frattempo stamani ha protestato sotto Palazzo d’Orleans anche un gruppo di allievi, preoccupato dal timore della chiusura dei corsi.

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