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Default, gli enti locali a rischio

I COMUNI IN DEFAULT
Nel solo 2012 ben 5 città (Comiso, Caltagirone, Milazzo, Santa Maria di Licodia e Santa Venerina) sono andate in default e altre 26 hanno evitato il peggio solo accettando pesanti piani di rientro dal deficit che comportano aumenti fiscali a carico dei cittadini. E così sommando i dati degli anni precedenti, gli enti locali in default sono diventati 22 e altri 45 sono a rischio perchè non hanno presentato i rendiconti.


IL BRACCIO DI FERRO
In alcuni casi i Comuni contestano la delibera con cui la Corte dei Conti ha accertato il dissesto per evitare commissariamenti e misure di rientro imposte dall’alto. L’ultimo caso è quello del Comune di Ispica che si è rivolto al Tar di Catania, lamentando il difetto di giurisdizione amministrativa ma il ricorso è stato respinto. Situazione differente per il Comune di Cefalù il cui ricorso sembra aver preso una piega positiva davanti al Cga. In questo caso il Comune resterebbe in pre-dissesto perchè verrebbe cancellata la relativa delibera della Corte dei Conti e verrebbero rinviate le misure obbligatorie di risanamento. Molti altri Comuni hanno invece fatto un «patto» con lo Stato ottenendo la possibilità di risanare i conti con un piano di rientro che però non elimina il rischio di aumenti fiscali a carico dei cittadini.


I DEBITI DEI COMUNI
Almeno un miliardo e 300 milioni è il debito maturato nel corso degli ultimi anni per sostenere il sistema dei rifiuti. A ciò si aggiungono i 130 milioni di debiti fuori bilancio che secondo la Corte dei Conti potrebbero lievitare fino a 264. Infine, ci sono i mutui che pesano mediamente su ogni abitante dei Comuni siciliani per 48 euro. Per pagare dipendenti e precari i Comuni spendono ogni anno un miliardo 777 milioni. Gia. Pi.

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