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Sanità, presentata una relazione: luci e ombre sul sistema siciliano

PALERMO. Cacciamo i mascalzoni che pensano solo ad arricchirsi. Ci sono operatori sanitari, e sono la stragrande maggioranza, che lavorano in corsia con abnegazione, senza guardare l'orario, a volte arrivando al limite della resistenza. Ma c'è una minoranza di mascalzoni che dobbiamo cacciare: dobbiamo avere il coraggio di fare pulizia nella sanità siciliana». Lo ha detto Pippo Digiacomo, presidente della commissione Sanità all'Ars, intervenendo a Palazzo dei Normanni nel corso di una conferenza stampa su «Luci e ombre nella sanità siciliana» con l'assessore regionale alla Salute Lucia Borsellino. «Dobbiamo avere il coraggio di affondare il coltello - ha aggiunto - è quello che la gente si aspetta da noi». Digiacomo ha poi chiesto di accertare le «denunce su infiltrazioni mafiose relative al servizio di trasporto degli emodializzati, episodi di turbativa d'asta, fenomeni di caporalato nel servizio Seus-118» specificando che «per quel che riguarda i pazienti in emodialisi, le denunce riguardano il solo servizio di trasporto e non la qualità delle cure fornite».   


Sul piano strettamente sanitario, la relazione sottolinea la riduzione del numero dei ricoveri (il tasso di ospedalizzazione è passato in due anni da 185 ogni mille abitanti a 168) con la deospedalizzazione dell'offerta sanitaria. Diminuiscono pure i viaggi della speranza (9,6% in meno negli ultimi cinque anni) e i parti cesarei: si passa dal 40% del 2009 al 32% del 2012.  Si registrano criticità, invece, per quanto riguarda la riorganizzazione territoriale, soprattutto in merito alla salute mentale. «Abbiamo varato una riforma che sta continuando a dare i suoi frutti - ha precisato Digiacomo - dal punto di vista finanziario che per quel che riguarda la riorganizzazione delle strutture. Il lavoro da fare è ancora molto, ma la strada è quella giusta». L'assessore Borsellino ha commentato la serrata dei laboratori d'analisi. «Lamentano l'adozione da parte della Regione - ha detto - del tariffario nazionale. Ma non potevamo agire diversamente, perchè si  tratta di un atto regolamentare a cui le Regioni non si possono sottrarre, un vero e proprio obbligo normativo».

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