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Castiglione e il flop Pdl: noi perdenti dove eravamo divisi

Il centrodestra. Tornato ai livelli dei dati delle Regionali. Nella roccaforte Siracusa scende dal 20,8 all’8%. A Messina dal 27,7 precipita al 10,5%

PALERMO. Senza il traino di Berlusconi e lacerato da spaccature fra big locali, è svanito per il Pdl l’effetto Politiche. Il vento che ha spinto verso la rimonta dei berlusconiani, dopo il Ko che ha portato Crocetta a Palazzo d’Orleans, si è fermato. Questo hanno detto le Amministrative in 142 Comuni. Il Pdl è tornato alle percentuali delle Regionali. A ottobre a Siracusa aveva ottenuto il 10,6% e adesso si è fermato all’8. Certo, sono di area pidiellina il 5,8% e il 9,8 preso dalle due liste che sostenevano il «ribelle» Ezechia Reale contro il candidato ufficiale del partito, ma il risultato finale non cambia. Eppure alle Politiche di febbraio il Pdl era risalito a Siracusa fino al 20,8%. Stessa analisi vale per il risultato di Messina. Alle Regionali di ottobre il Pdl era sceso al minimo storico, 11,5%, salvo poi risalire a febbraio fino al 27,7. Ora la lista dei berlusconiani sullo Stretto si è fermata al 10,5% e a poco vale la considerazione che gli scissionisti ex An (Formica, Nania e Buzzanca) hanno preso un 2,8%: nè il candidato ufficiale nè quello antagonista sono arrivati al ballottaggio. Un po’ come a Ragusa, dove già alle Regionali il Pdl ha pagato l’addio dell’area che fa capo all’ex sindaco Nello Dipasquale che ha ridimensionato il partito fino all’8,7%. Alle Politiche poi era tornato a sfiorare il 19, ma adesso è sceso al 6,5% anche se ci sono due liste civiche che hanno preso insieme circa il 10%. Analisi diversa va fatta su Catania. Giuseppe Castiglione, uno dei due coordinatori regionali, vede nel risultato alle falde dell’Etna la conferma della crescita delle Politiche: «A fine febbraio eravamo al 31 come partito e al 37 come coalizione. Ora siamo al 13,8 come Pdl, ma sommiamo la lista civica di Stancanelli che ha conquistato un altro 10% e come coalizione raggiungiamo il 36%». Per Castiglione, su Catania la differenza l’ha fatta l’ingresso nella coalizione di Bianco di varie liste che normalmente non sarebbero state nel centrosinistra: «L’irruzione nella campagna elettorale di Crocetta ha fatto spostare partiti da un lato all’altro» sintetizza Castiglione. Il coordinatore sottolinea che «a Gravina, Grammichele, Riposto e Mineo abbiamo vinto al primo turno mentre abbiamo perso dove siamo andati divisi per via di vecchi vizi del partito». In ogni caso, è fallito l’obiettivo di scardinare l’alleanza di centrosinistra che governa la Regione da ottobre e adesso anche molti centri locali, a cominciare dalle 4 città (Catania, Siracusa, Messina e Ragusa) prima amministrate dal centrodestra. Castiglione guarda oltre: «Paghiamo la frammentazione dell’elettorato e la difficoltà di impedire che candidati rifiutati facciano poi liste autonome. Un problema che ha anche il Pd. Ma dobbiamo continuare a lavorare per allargare la coalizione».


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