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Tabella H, tremano gli sponsor politici delle sigle

PALERMO. I boatos continuano a dare per scontata l’impugnativa della Tabella H. E sia all’assessorato all’Economia che all’Ars ci si interroga sul futuro di quei 24 milioni messi a disposizione di enti vicini ai partiti: se il Commissario dello Stato, Carmelo Aronica dovesse impugnare tutto l’articolo, l’impiego di quei fondi sarebbe reso più complicato, se invece dovesse saltare solo il comma 2 il governo avrebbe un margine di manovra più ampio.  In attesa di conoscere il verdetto, probabilmente oggi, tremano i partiti sia di maggioranza che di opposizione. Perchè la sponsorizzazione della Tabella H non solo è trasversale ma a volte coinvolge perfino deputati che non sono stati rieletti all’Ars e mantengono invece una certa influenza. Fra gli enti maggiormente beneficiati (451 mila euro) c’è il Coppem storicamente vicino a tutti i partiti di governo e in questa fase più dialogante con il Pd. Che sponsorizza anche le associazioni antimafia (173 mila euro) e vari enti come il Pompeo Colajanni di Enna (60 mila), il Centro studi pirandelliani (67 mila), l’Istituto Gramsci (107 mila), il Pasolini (62 mila), il Pio La Torre (134 mila) e la fondazione Buttitta (179 mila). Ovviamente anche il Pdl si muove bene nella Tabella H. L’area messinese del partito ha fatto avere 66 mila euro al museo delle fortificazioni costiere di Brolo e 38 mila all’associazione Oikos di Barcellona. Vincenzo Vinciullo ha ammesso di aver difeso Amnesty International (31 mila euro) e varie associazioni che tutelano le vittime di violenza. Anche se, fra queste, l’associazione Meter guidata da don Di Noto protesta: «Siamo una delle realtà più prestigiose e abbiamo preso briciole di finanziamenti che mettono a rischio i servizi a difesa dell’infanzia. Non abbiamo protettori ma solo alcuni deputati vigilanti sulla Tabella H che taglia i fondi all’infanzia ma non alla clientele». L’area ex An ha spinto per gli 86 mila euro destinati alla targa Florio. Mentre Riccardo Savona (Democratici riformisti) ha ammesso di aver spinto per l’associazione Rises (230 mila) e la Prosam (244 mila) così come per vari altri enti che si occupano di ciechi e sordomuti, difesi anche dall’Udc. Nicola D’Agostino (Udc) non fa mistero di aver sponsorizzato l’Accademia dei dafnici e degli zelanti di Acireale (93 mila euro). E l’Mpa è fra quanti hanno chiesto e ottenuto 213 mila euro per il Centro Padre Nostro. L’Udc (con l’aiuto di altri partiti) ha invece portato avanti tutti i centri studi di ispirazione cattolica: gli Studi teologici San Paolo (93 mila) e San Tommaso (44 mila), il centro Don Sturzo (115 mila), la Pontificia facoltà teologica (130 mila) e il Banco alimentare (408 mila). Il Pd ha difeso i 151 mila euro per l’Arces (Centro attrezzature residenziali culturali educative), caro all’Opus Dei. Mentre l’Officina di studi medievali, del professore Musco, ha strappato un consenso trasversale per i suoi 240 mila euro. E l’Istituto internazionale del papiro ha sfruttato l’influenza di alcuni ex deputati siracusani per ottenere 63 mila euro, così come ha fatto l’associazione No Limits di Alcamo (11 mila euro per veglioni di Carnevale). E ci sono pure i 192 mila euro concessi alla fondazione Ettore Majorana dell’ex assessore Antonino Zichichi.

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