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«Entrate dubbie», ecco il dossier dell’Ars

Critiche dei tecnici del servizio Bilancio, chiedono chiarezza al governo. Tante le perplessità, fra queste anche la norma che crea il fondo in cui i grillini versano la quota dello stipendio a cui rinunciano

PALERMO. Ci sono entrate non quantificate e altre definite improbabili ma che fanno gioco nei saldi finali della manovra: viaggia in un dossier di 20 pagine la radiografia della Finanziaria fatta dai tecnici del servizio Bilancio dell’Ars. Dubbi e critiche sulle principali norme che hanno già spinto il vice segretario generale dell’Ars, Salvatore Di Gregorio, a chiedere per iscritto al governo di fare chiarezza. E che potrebbe spingere la giunta a modificare alcune norme: una decisione è attesa per oggi.

«Entrate improbabili»


A suscitare perplessità fra gli esperti del servizio Bilancio dell’Ars, guidati da Eugenio Consoli e Salvatore Pecoraro, è perfino la norma che crea il fondo in cui i grillini dovrebbero versare la quota dello stipendio a cui rinunciano (circa 7.500 euro ciascuno) per finanziare il microcredito alle famiglie: «La norma mette in relazione una spesa certa che vale un milione e una entrata giuridicamente incerta in quanto soggetta ad elementi aleatori». Allo stesso modo un’altra delle norme che dovrebbero garantire nuove entrate è sottolineata in blu dai tecnici: l’Agenzia regionale per l’ambiente dovrebbe far pagare d’ora in poi pareri e controlli ma «la stessa norma era stata impugnata dal Commissario dello Stato l’anno scorso».

I dubbi sulla sanità

La commissione Bilancio, presieduta da Nino Dina (Udc), chiede di rivedere anche le norme che riguardano la sanità, quasi invitando a cancellare quella che prevede il taglio degli stipendi ai manager di Asp e ospedali perchè «così la Regione interviene in materia riservata all’autonomia negoziale e c’è il rischio di incostituzionalità». Inoltre malgrado siano iscritti in bilancio un milione e mezzo di entrate frutto dei nuovi ticket sui ricoveri «i criteri di quantificazione di questi maggiori introiti non sono determinati». Infine, il governo ha inserito fra le entrate 319 milioni per la copertura dei disavanzi sanitari di Asp e ospedali ma per i tecnici dell’Ars «la tabella sugli effetti finanziari non appare corrispondente al contenuto della norma».

«Finanziare le Province»
Alla sanità è collegato il finanziamento degli enti locali perchè il governo ha previsto di attingere ai fondi per Comuni e Province se dovessero servire risorse in più per Asp e ospedali. Quindi, per i tecnici, i Comuni non avranno realmente 550 milioni ma 457 e «in pratica manca la quarta trimestralità del finanziamento del 2013». Inoltre «suscita perplessità la mancata previsione di finanziamenti alle Province che sono tuttora funzionanti». In pratica, malgrado una legge ne abbia previsto la cancellazione, le Province andrebbero finanziate fino a quando non verrà approvata l’altra legge che istituisce i liberi consorzi di Comuni. Gli altri dubbi riguardano i 30 milioni che il governo spera di incassare dalla rivisitazione dei rapporti con il Consorzio autostrade ma anche in questo caso, si legge nel dossier, «gli effetti finanziari dati per acquisiti sono in realtà collegati a una revisione della convenzione che è rimessa all’autonomia negoziale». Dubbi anche sugli introiti, stimati in 8,4 milioni, che dovrebbero arrivare dalla vendita delle case popolari e sull’effettivo incasso di 16 milioni in più dall’aumento dell’accisa sull’energia elettrica. Così come, secondo i tecnici dell’Ars, occorre «approfondire la fattibilità e la quantificazione della norma sui laboratori di analisi» che prevede la restituzione da parte dei privati di 60 milioni percepiti indebitamente dal 2006 a oggi secondo una recente sentenza del Tar.
Già lunedì durante la seduta della commissione erano emersi i dubbi dei tecnici sul mutuo da 360 milioni, che andrebbe collegato a investimenti per impedire impugnative, e sul reale incasso dei musei che la giunta stima in 50 milioni ma che nel 2012 non ha superato i 3.

Bianchi: «Tutto ok»

L’assessore all’Economia Luca Bianchi ha difeso la quantificazione delle entrate: «Il bilancio quest’anno, a differenza che in passato, si basa su cifre reali». E i dirigenti dell’assessorato stanno mettendo a punto un contro-dossier che verrà depositato stamani e che servirà anche da promemoria per il Commissario dello Stato. Tuttavia ieri in assessorato non escludevano che alcune poste di bilancio, stimate fino a ora dai dipartimenti dei vari assessorati, possano essere corrette alla luce delle obiezioni sollevate dai tecnici dell’Ars. Intanto lunedì è stato approvato in commissione il bilancio. Oggi toccherà alla Finanziaria che per ora indica nuove entrate per 996 milioni e tagli alle spese per un miliardo e 131 milioni.

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