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Quirinale, al via le votazioni. Bersani candida Marini: ma il Pd si spacca

ROMA. Al via, nell'Aula della Camera, le votazioni del Parlamento riunito in seduta comune per l'elezione del presidente della Repubblica. A iniziare sono i senatori , seguiranno i deputati e i delegati regionali. Le chiame sono due per ciascuna 'categoria'. Lo scrutinio, segreto, dovrebbe durare tra le quattro e le cinque ore.


BERSANI CANDIDA MARINI. Pier Luigi Bersani richiama tutti al senso di responsabilità, presentando all'assemblea dei gruppi Franco Marini come il timoniere capace di reggere "le onde in un mare mosso". Ma già dalla riunione dei Grandi Elettori si capisce che il nervosismo nel Pd è fortissimo, con i renziani all'attacco e i 'giovani turchi' che invitano a prendere tempo fino a domani. Tant'é che il partito si divide con 222 sì all'ex presidente del Senato, 90 no e una trentina di astenuti.   Marini potrebbe dunque finire sotto il fuoco amico, senza contare che la Lega ha annunciato che voterà Manuela Dal Lago, Sel è contro e in Scelta Civica serpeggia perplessità. E più di uno nel Pd sostiene che l'ex leader sindacale non passerà.    
Con Franco Marini e nell'intesa con il Pdl, Bersani si gioca una partita delicatissima anche per il suo futuro. Anche se il leader dem assicura che l'elezione del Capo dello Stato è separata da quella del governo, in molti nel Pd sono convinti che se il segretario dem non riuscisse ad eleggere Marini la sua forza dentro il partito per portare avanti la sua proposta di un governo di minoranza rischia di diminuire ancora di più. La mossa del segretario viene intepretata da Matteo Renzi come l'ennesimo affronto nei suoi confronti. "Votare Franco Marini - sostiene il sindaco di Firenze - significa fare un dispetto al paese: si sceglie una persona più per le esigenze degli addetti ai lavori che non per l'Italia". I 51 parlamentari renziani voteranno scheda bianca in contrasto sia sulla scelta del nome ma anche, spiega il senatore Andrea Marcucci, del metodo di mancata consultazione dentro il partito. Ma anche i 'giovani turchi' chiedono di rinviare la decisione perché, sostiene Matteo Orfini, "é evidente che la scelta non è condivisa" e, a quanto si apprende, malumori ci sarebbero anche tra dalemiani e veltroniani. E via twitter Sandra Zampa, vicina a Romano Prodi, e Marianna Madia annunciano che non voteranno l'ex presidente del Senato.    
Ma oltre alla fronda interna, Marini non piace agli alleati. Anche Nichi Vendola, che sente puzza di inciucio tra Pd e Pdl, prende posizione durante l'assemblea: "Mi pesa dover esprimere un giudizio negativo sulla proposta di Bersani, l'identikit di Marini va bene ma per il terremoto politico che c'é stato noi risultiamo inadeguati". Il leader Pd, invece, difende la forza politica del candidato: "Marini è una personalità di esperienza con il carattere per reggere le difficoltà, sarà in grado di assicurare convergenza di forze di centrodestra e sinistra, ha un profilo dal tratto popolare e sociale". E a difendere Marini è Silvio Berlusconi, che sull'ex presidente del Senato ha chiuso l'intesa, anche se all'interno del Pdl non c'é tutto questo entusiasmo: "Marini è serio e anche se non é di centrodestra è sempre stato sopra le parti". Un asse che insospettisce sulle intenzioni future di Bersani per provare a uscire dallo stallo del governo. "Se Marini fosse il presidente delle larghe intese non sarebbe il mio presidente", avverte Rosy Bindi. Mentre fuori dal teatro dove si è svolta l'assemblea del Pd alcune decine di cittadini si sono radunati per chiedere al partito di non avallare questa scelta.

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