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Alfano: "Bersani governi con noi, altrimenti elezioni"

Parla il leader del Pdl dopo le consultazioni con il presidente incaricato Bersani: "Posizioni Pd e Pdl molto distanti, se resteranno così nelle prossime 48 ore ribadiremmo che l'unica strada è andare al voto". Alle consultazioni anche la Lega: "No ad un governo tecnico", dice il leader del Carroccio, Maroni

ROMA. "Non voglio arretrare di un millimetro". Silvio Berlusconi lo ribadisce al vertice del partito nel corso di una due riunioni distinte, una prima delle consultazioni con Bersani, ed un'altra subito dopo la fine dell'incontro tra la delegazione del centrodestra ed il premier incaricato. Il Cavaliere, in collegamento telefonico da Milano non sembra intenzionato a concedere spazi di manovra nonostante non chiuda la porta alle trattative: il pacchetto di richieste al Pd non cambia - èil ragionamento fatto con i suoi - il Pdl deve essere protagonista dell'esecutivo ma soprattutto deve poter fare la 'voce grossà nella scelta del futuro presidente della Repubblica. Èsempre il futuro Capo dello Stato il cuore del dialogo per il Cav. Un concetto che Angelino Alfano e Roberto Maroni insieme con la delegazione di Pdl, Lega e Gal hanno ripetuto anche al segretario del Pd. La coalizione di centrodestra - avrebbe messo in chiaro l'ex Guardasigilli al leader democratico - è pronta a sostenere il tuo governo ma non puoi proporci 'doppi binarì e non puoi tener separata la partita del Quirinale. Berlusconi su questo è irremovibile. Ecco perchè la strada continua ad essere in salita, nessuno lo nasconde, tanto che lo stesso Alfano parla di «posizioni distanti» e le 48 ore di tempo, a sentire i big pidiellini, difficilmente porteranno a delle novità: Il problema - spiegano da via dell'Umiltà - è che Bersani deve far 'digerirè al suo partito un accordo con il Pdl, e questo è una cosa quasi impossibile. Il Cavaliere resta in attesa di capire cosà dirà il segretario democratico domani sera al termine del giro di consultazioni. L'ex capo del governo non ha comunque dubbi: o si accetta un accordo completo oppure per quanto mi riguarda possiamo subito tornare alle urne. Un ragionamento condiviso anche con il resto della coalizione, Lega in testa. In questo momento infatti - fanno notare diversi dirigenti del Pdl - a nessuno conviene muoversi. Altro discorso invece se la Legislatura dovesse partire. C'è infatti chi ipotizza tra qualche mese possibili sorprese in Senato.  I sondaggi che danno il Pdl in risalita lo hanno galvanizzato tant'è vero che con i suoi fedelissimi è già al lavoro per organizzare la manifestazione del 13 aprile a Bari. La convinzione dell'ex capo del governo infatti è che se si dovesse andare a votare nel mese di giugno la coalizione di centrodestra ha buone chance di vittoria. Certo il Cavaliere sa bene che il ritorno alle urne non è così semplice visto che i segnali che gli ambasciatori pidiellini hanno consegnato all'ex premier da parte del Quirinale vanno in tutt'altra direzione. Il Capo dello Stato considera il voto come 'l'extrema ratiò. Se le trattative con Bersani non dovessero portare a nulla, Napolitano - si vocifera in ambienti del Pdl - avrebbe già individuato un nome 'super partes' che avrebbe il compito di formare un esecutivo del presidente. Il Pdl a quel punto non avrebbe problemi (ovviamente a determinate garanzie) a dare il suo appoggio contando anche in una 'spaccaturà del Pd.

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