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Regione, nuova rotazione di dirigenti Assessorati rimasti privi di 900 direttori

Crocetta ha trasferito 5 dirigenti e 9 funzionari dalla segreteria generale di Palazzo d’Orleans, alla Funzione pubblica, che a sua volta li ritrasferirà verso altri assessorati

PALERMO. Rosario Crocetta porta a termine l’ennesima rotazione di dirigenti e dipendenti ma deve fare i conti con un’emergenza che si apre in tutti gli assessorati, rimasti privi improvvisamente di 900 direttori di reparti intermedi.
Il presidente ha trasferito 5 dirigenti e 9 funzionari dalla segreteria generale di Palazzo d’Orleans, cioè i suoi uffici, alla Funzione pubblica, che a sua volta li ritrasferirà verso altri assessorati. È la quarta operazione di questo tipo dopo quelle fatte alla Formazione, al Turismo e alle Attività produttive.
Ma la vera emergenza ora sono i dirigenti intermedi in tutti gli assessorati. Giovedì sono scaduti i contratti a oltre 900 dei 1.800 dirigenti di unità operative e servizi interni. In realtà erano già scaduti a fine dicembre ma era scattata una proroga di due mesi per consentire all’Aran, l’agenzia per la contrattazione nel pubblico impiego, di riscrivere con i sindacati le regole per l’attribuzione del premio di risultato. La direttiva del governo era di tagliare del 20% ma le principali sigle hanno fatto ostruzionismo quando sono state convocate dall’Aran sostenendo che per trattare questo tema bisogna riaprire la contrattazione - bloccata dal 2006 - e dunque discutere anche di aumenti e arretrati.
In assenza di questo accordo - ha spiegato ieri l’assessore alla Funzione pubblica, Patrizia Valenti - non possono essere rinnovati i contratti scaduti (a meno di non voler rinunciare ai tagli). E dunque il rischio è di paralizzare l’attività amministrativa: «È un momento di disagio - ammette la Valenti - e si rischia effettivamente un forte rallentamento dell’attività amministrativa. Lunedì ci sarà un vertice con l’Aran per trovare una soluzione».
Intanto in tutti gli assessorati si va avanti con incarichi ad interim assegnati ai dirigenti il cui contratto non è scaduto o anche agli stessi dirigenti che attendono il rinnovo. È successo per esempio ai Beni culturali. Ma per la Valenti «bisogna scongiurare il rischio di ritardare troppo i rinnovi».

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