ROMA. Cala il sipario sulla campagna dei veleni e dei twitter, ferita dalle inchieste, segnata dallo 'Tsunami-Grillò, con la rinascita del 'Caimanò pronto ad addentare l'uomo che smacchia i giaguari. E con la partecipazione straordinaria di un Prof-premier che, gettato alle ortiche il loden verde si è armato di machete buttandosi nella mischia. Fugace, invece, la presenza di un personaggio pittoresco quanto preparato, Oscar Giannino, che ha fatto autogol proprio al novantesimo minuto, vittima di se stesso.
Così nella giornata degli ultimi fuochi, nelle piazze d'Italia, e all'ombra del Web, si è svolta la passerella dei Big, con qualche forfait (Silvio Berlusconi bloccato dalla congiuntivite non è andato al comizio di Napoli ma ha inviato Alfano e anche un videomessaggio), e soprattutto nell'attesa del 'Grande eventò. Temuto ed esorcizzato dal mondo politico, Grillo, non ha deluso le attese: la sua marcia su Roma, culminata nella kermesse di piazza S. Giovanni ha monopolizzato la chiusura della campagna elettorale. Sbarrando la strada alla stampa italiana tenuta lontano dal palco, il comico ha sollevato un polverone: parapiglia con i cronisti, intervento delle forze dell'ordine, condanna corale del mondo dell'informazione. Deluse invece le attese per la partecipazione di Celentano al comizio grillino.
Per contro, un aiuto ai Democrat lo ha dato, a sorpresa, un altro importante personaggio dello spettacolo, Nanni Moretti, che salito sul palco accanto a Bersani all'Ambra Jovinelli, ha fatto la sua dichiarazione di voto pro-Pd con una raccomandazione: questa volta fatela la legge sul conflitto di interessi. E con una sferzata a chi non fa differenza tra destra e sinistra: un attacco a quell'antipolitica «populista e demagogica» su cui veleggia Grillo. Quel Grillo che «appartiene alla cultura delle macerie», come ha detto Nichi Vendola leader di Sel che ha chiuso la campagna in Puglia. Quel comico che «fa spettacolo» mentre «i problemi restanò, ha tuonato da Cagliari, anche Antonio Ingroia candidato premier di rivoluzione civile. Grillo che »vuole bombardare le istituzioni« e rischia di portare l'Italia in Grecia - ha messo in guardia Mario Monti che stamane ha 'chiusò a Firenze invocando la 'rinascita dell'Italià.
Dunque, un attacco concentrico contro il leader del Movimento 5 Stelle, dal quale non si è sottratto Pier Ferdinando Casini che dal suo comizio di Torino ha lanciato un appello al voto ragionato che non porti alla ingovernabilità a, di conseguenza, all'impazzimento dello spread. Ma nel mirino del Prof e di Scelta Civica, al di là delle strategie post elettorali, c'e anche per la sinistra che - ha accusato - è »prigioniera delle gabbie ideologiche«. La preoccupazione del Prof è di tenere a debita distanza (almeno per ora) Bersani-Vendola che, invece il Cavaliere associa a lui continuamente per influenzare il voto. Ma l'esca 'elettoralè più sicura per Berlusconi resta il rimborso Imu (da realizzare anche a costo di pagarlo di tasca propria,dice). Colpi bassi e promesse impossibili fino all'ultimo istante, dunque. Ma mai un confronto diretto, tanto meno in Tv, soprattutto per il veto del Cavaliere verso il 'professorinò. Virulento è stato infatti lo scontro tra i due che durante la campagna elettorale si sono scambiati epiteti pesanti: da 'cialtronè a 'pasticcionè, passando per 'incapacè e 'incompetentè. Ma c'è anche un tempo per tacere, e quello ormai sta per scattare: lo dice la legge
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