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Crocetta: "Revocata gara d'appalto da 145 milioni di euro"

Il presidente della Regione: "Riguarda le copertura assicurativa dell'Isola che nessuna compagnia, nè in Sicilia, nè in Italia, era in grado di garantire per quella cifra. Abbiamo scoperto che in Europa ne esistono appena due. Ed è maturato il sospetto che si alzino i tetti degli appalti, per favorire le holding del settore"

GELA. «Abbiamo revocato una gara  d'appalto da 145 milioni, per la copertura assicurativa che  nessuna compagnia, nè in Sicilia, nè in Italia, era in grado  di garantire per quella cifra. Abbiamo scoperto che in Europa ne  esistono appena due. Ed è maturato il sospetto che si alzino i  tetti degli appalti, per favorire le holding del settore, com'è  avvenuto già per la gara da 45 milioni legata alla fornitura di  pannoloni. Riferiremo alla magistratura». Lo ha detto il  presidente della Regione, Rosario Crocetta, parlando in serata a  Gela, nel Palacossiga, in occasione della presentazione della  lista 'Megafonò, per il rinnovo del Senato e alla presenza  degli assessori Lo Bello e Battiato.    

Si tratta della gara per la copertura assicurativa per le aziende sanitarie e ospedaliere della Sicilia. L'assessore alla Salute, Lucia Borsellino, aveva proposto alla giunta la sospensione del bando per ulteriori approfondimenti. Il governo adesso ha deciso di revocare la gara, che era stata bandita dall'ex assessore Massimo Russo.

A ricevere Crocetta, al suo arrivo a Gela, c'erano due gruppi  di dimostranti: i lavoratori della Ghelas multiservizi, società  a partecipazione unica del Comune, e il Comitato no Muos di Gela  che, parafrasando una canzone di Franco Battiato, hanno scritto  su uno striscione: 'Voglio vederti ballare, sotto le antenne del  Muos'.     Poi, riferendosi al decreto ministeriale che ha bloccato la  pesca del novellame in Sicilia, Crocetta ha rivendicato «il  rispetto dell'autonomia siciliana, perchè non si può ridurre i  pescatori in povertà e annullare i provvedimenti della  Regione». «Dagli amici mi faccio chiamare Saro ma, da questo  governo, pretendo il rispetto del mio rango ed esigo che mi si  chiami signor Presidente, onorevole ministro, come da statuto -  ha aggiunto -. Non hanno capito che in Sicilia è in atto una  rivoluzione, che non si può fermare, perchè porteremo il  nostro modello di governo a Roma e a Bruxelles, a coronamento di  una battaglia per la legalità, il cambiamento che è partito  proprio da qui, da Gela». 

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