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Regione, Fondi Ue: braccio di ferro con Bruxelles

La missione di Crocetta non ha avuto l'esito sperato ed è a rischio un piano da un miliardo e 600 milioni. Il governatore ha incontrato ieri lo staff del commissario per le Politiche regionali Johannes Hahn avrebbe ricevuto delle prime risposte negative sui tempi di approvazione del Pac: sarebbero necessari almeno sei mesi nel frattempo la spesa resta ferma

PALERMO. La missione a Bruxelles di Crocetta non ha avuto l’esito sperato e si è trasformata nell’inizio di un nuovo braccio di ferro con l’Europa che mette a rischio un piano da un miliardo e 600 milioni.
Crocetta ha incontrato ieri lo staff del commissario per le Politiche regionali Johannes Hahn e - riferisce l’Ansa da Bruxelles - avrebbe ricevuto delle prime risposte negative sui tempi di approvazione del Pac: sarebbero necessari almeno sei mesi nel frattempo la spesa resta ferma. Il Pac, Piano di azione e coesione, è una manovra da quasi 1,6 miliardi che la Regione ha concordato a dicembre col ministro dello Sviluppo Fabrizio Barca: la Sicilia, al pari di altre Regioni, ha ceduto parte dei propri fondi comunitari allo Stato col patto che vengano reinvestiti in infrastrutture nell’Isola (si parla della Siracusa-Gela, della Ragusa-Catania e di arterie collegate al nuovo aeroporto di Comiso) e in investimenti come le zone franche urbane (aree a forte detassazione per le imprese) e il credito di imposta per l’occupazione. Il vantaggio per la Sicilia è quello di svincolare queste somme dai limiti temporali di spesa, evitando di doverle restituire se restano nei cassetti. I colloqui di Crocetta avrebbero riguardato anche la nuova programmazione dei fondi comunitari per gli anni 2014-2020.
Il presidente non ha nascosto la delusione: «La programmazione imposta da Bruxelles segue un modello di centralismo burocratico che blocca lo sviluppo. L’Europa ci chiede programmazioni scriteriate, senza guardare all’interesse dei territori. Quella che l’Ue sta attuando è una politica deflattiva. Di fronte a tutta questa arroganza, secondo cui a Bruxelles si fa meglio che da noi, invito questi soloni in Sicilia». Per Crocetta «l’Ue, per mantenere il rapporto di cambio euro-dollaro, distrugge le economie meridionali. Mi ribellerò».
Il presidente ha lasciato intendere che il braccio di ferro con Bruxelles riguarda soprattutto le infrastrutture: «Molti tra più grandi porti d’Europa sono in Sicilia ma mancano i collegamenti adeguati. Abbiamo una rete ferroviaria del Novecento e una viaria dell’Ottocento. E la politica europea rischia di cristallizzare il gap tra Nord e Sud del Continente». Da qui la conclusione: «Negli ultimi due mesi abbiamo impresso un’accelerazione alla programmazione ma non devono esserci condizioni che non possiamo soddisfare. In una settimana devono dirci cosa viene accettato e cosa no». In realtà la Regione depositerà gli ultimi documenti sono fra un paio di settimane: c’è tempo dunque per trattare.
Ma da Bruxelles la prima risposta è stata altrettanto dura: «La selezione dei singoli progetti - ha precisato Hahn - spetta alle autorità siciliane ma la strategia globale e la scelta delle principali aree di investimento è al centro di un dialogo. Serve la collaborazione fra Italia, Sicilia e Commissione Ue». Hahn si è detto certo che «le discussioni continueranno con spirito di collaborazione» tuttavia ha posto paletti: «C’è spazio per progetti infrastrutturali. Ma quello che ci interessa è che nella riprogrammazione degli investimenti europei si ottenga il giusto mix. Per questo consideriamo, per esempio, che il sostegno alle energie rinnovabili, l'efficienza energetica, la promozione dell'ambiente, la ricerca e lo sviluppo, siano strategie che dovrebbero aiutare regioni come la Sicilia a sviluppare il proprio potenziale di crescita per diventare più competitiva».
Il botta e risposta è però duro perchè per Crocetta «quello che va bene alla Germania non può andar bene anche a Puglia e Sicilia». Ma per Hann: «L’Ue non applica ciecamente una politica a taglia unica». In serata Crocetta è stato poi ricevuto dal dal vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani, ricevendo garanzia per il sostegno nella battaglia per finanziare l’infrastrutturazione dell’area dell’aeroporto di Comiso.
È comunque iniziato un nuovo braccio di ferro con l’Ue, dopo quello che in estate ha portato al blocco di tutti i finanziamenti europei per via dei dubbi sulla regolarità di spese che oscillano fra i 300 e i 600 milioni: la Regione attende ancora che Bruxelles risponda alla richiesta di sblocco.
La spesa dei fondi europei agita anche la campagna elettorale. Il finiano Fabio Granata chiede «una legge quadro all’Ars per finalizzare i contributi a interventi straordinari di risanamento idrogeologico, paesaggistico e di bonifica industriale. Si possono creare così 50 mila nuovi posti di lavoro».

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