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Lombardo: "Costretto a candidarmi per il mio partito"

"Devo farlo per garantirne la sopravvivenza" Lo ha detto l'ex governatore siciliano su Radio 24, spiegando la scelta di essere capolista al Senato per il Movimento per le Autonomie - Partito dei Siciliani

PALERMO. "E' vero, ho gustato il piacere della pensione per qualche mese. Ero entrato in quell'ottica. Poi dopo avere lavorato con la sinistra negli ultimi anni, mi sono reso conto che la sinistra voleva annullarci, distruggerci. Per questo siamo stati portati a un'alleanza che Berlusconi è tornato a offrirci. Insomma: il mio mondo che deve recuperare spazio e la posta in palio mi hanno costretto a scendere in campo". Lo ha detto l'ex governatore siciliano Raffaele Lombardo, a "24 Mattino" su Radio 24, spiegando la scelta di essere capolista al Senato per il Movimento per le Autonomie - Partito dei Siciliani.

"Sono costretto dal fatto che in condizioni normali non l'avrei mai fatto - ha aggiunto - Devo farlo per garantire la sopravvivenza di un movimento nato nel 2005 per il quale ho dato lacrime e sangue. Io gattopardesco? Non c'entra nulla, a tutto avrei pensato tranne che a dovermi candidare. Anche mio figlio ora è in Regione: ecco l'ennesima prova che a tutto avrei pensato tranne che a scendere in campo".

Lombardo ha respinto anche le accuse di essere 'impresentabile' per il processo con l'accusa di associazione esterna alla mafia: "Mi sono posto il problema - ha detto -. Ma la legge me lo consente. Poi arrivo a un processo per il quale ho chiesto il rito abbreviato e per il quale la pubblica accusa per tre volte aveva chiesto l'assoluzione".

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