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Fornero chiude con la politica: "Guai a rinnegare le nostre riforme"

Il ministro del Lavoro in una intervista al Messaggero spiega che l'Agenda Monti è "fondamentale" per il rilancio del Paese e che su alcune riforme si può "intervenire migliorandole, ma senza stravolgimenti"

ROMA. L'Agenda Monti è "fondamentale" per il rilancio del Paese e, certo, su alcune riforme, a partire dal lavoro e pensioni, si può "intervenire migliorandole, ma senza stravolgimenti". Perché "guai a rinnegare le nostre riforme".

Ne è convinta il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, che in una intervista al Messaggero spiega di considerare chiusa la sua esperienza politica e definisce "una cosa incivile, segno di barbarie" gli attacchi alla sua famiglia. L'Agenda Monti, di cui condivide "al 100% il messaggio di fondo" è "innovativa anche dal punto di vista politico", perché "non sposa un partito, non si fa partito ma mira ad aggregare le persone di buona volontà e le forze politiche
interessate a questo programma".

E "non fa facili promesse", mentre "in queste settimane qualcuno promette di togliere l'Imu senza indicare come la sostituirà, altri parlano troppo disinvoltamente di patrimoniale" (quella proposta da Monti è "un seguito dell'Imu", una "patrimoniale costruttiva, ossia come forma responsabile di risanamento dei conti pubblici").

Quanto agli esodati "il mio errore è stato di considerare corretta la prima cifra che parlava di 50mila persone", mentre si tratta "di un fenomeno che si articola nel tempo fin verso il 2020" ma "fino al 2014 abbiamo esteso la salvaguardia e nessuno dovrà restare senza pensione e senza stipendio. Per quelli che verranno dopo in parte è già stata prevista la salvaguardia. Il problema riguarda ancora gli accordi in sede regionale sui quali le regioni stesse non sono state in grado di
fornire stime attendibili".

Sul fronte del lavoro, invece, "il nodo dei precari - dice - non può essere imputato alla riforma", che ha cercato "un equilibrio tra le parti". E agli industriali risponde che "hanno avuto dieci anni di flessibilità ma la produttività non è mai salita".

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