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Ato rifiuti, scattano i licenziamenti collettivi

Tempi stretti per la Regione che è costretta in extremis a varare una legge che impedisca la paralisi della raccolta e la perdita di 12 mila posti. Nell’attesa, poichè l’ultima legge in vigore prevede che gli Ato chiudano il 31 dicembre, in tutta la Sicilia i commissari liquidatori hanno avviato procedure di licenziamento collettivo del personale

PALERMO. Scattano i licenziamenti collettivi negli Ato rifiuti. E la Regione è costretta in extremis a varare una legge che impedisca la paralisi della raccolta e la perdita di 12 mila posti. È già una corsa contro il tempo, perchè l’Ars dovrà varare entro 15 giorni sia l’esercizio provvisorio in sostituzione del bilancio regionale sia la proroga per altri sei mesi dei vecchi enti che gestiscono la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Una norma che dovrà dare un paracadute al personale fino a luglio e anche avviare la transizione verso un nuovo modello di gestione. Nell’attesa, poichè l’ultima legge in vigore prevede che gli Ato chiudano il 31 dicembre, in tutta la Sicilia i commissari liquidatori hanno avviato procedure di licenziamento collettivo del personale. L’Ato Palermo 5, che gestisce il servizio per sedici Comuni compresi nell’area fra Termini, Cefalù e le Madonie, ha comunicato ieri ai sindacati il licenziamento di tutti i 225 operai a partire dal primo gennaio. Per Cgil, Cisl e Uil «altre situazioni dello stesso tipo stanno per verificarsi in queste ore a Messina, Catania e Agrigento. Appare ormai abbastanza evidente che il settore dei rifiuti, senza un concreto confronto con le parti sociali, è totalmente allo sbando e a pagare sono i lavoratori». I sindacati chiedono a Crocetta di essere ricevuti e preannunciano una serie di sit-in sotto la presidenza della Regione. La tensione cresce ancora di più in altre realtà. I sindaci dell’Ato Palermo 1, che mette insieme una quindicina di Comuni fra Isola delle Femmine e Balestrate, giovedì protesteranno sotto la presidenza della Regione insieme ai 104 precari e ai 200 operai stabili: tutti a rischio licenziamento dal primo gennaio. Stessa situazione, sempre nel Palermitano, per i lavoratori del Coinres. Il commissario Silvia Coscienza la prossima settimana avvierà le procedure di licenziamento collettivo per circa 190 dipendenti. Mentre altri 325, transitati anni fa dai 21 Comuni all’Ato, resteranno in un limbo: l’attuale ente chiuderà ma loro non potranno tornare al lavoro di provenienza in quanto i sindaci possono assumere solo per concorso. E all’Ato Agrigento 2 (nel Licatese) la situazione è anche più difficile: i 100 lavoratori dipendenti nel mese di dicembre non percepiranno stipendio nè tredicesima. I 359 in servizio presso le aziende appaltatrici della raccolta non prendono lo stipendio da settembre e lunedì riceveranno solo il 75% di una mensilità. Tutti rischiano il posto dal primo gennaio. Il motivo è che le Srr, che dovevano sostituire gli Ato sotto forma di consorzi di Comuni, non sono stati creati. Per questo motivo, spiegano all’assessorato regionale ai Rifiuti, a giorni arriverà all’Ars un disegno di legge che proroga i vecchi Ato. Il testo prevederà anche la possibilità di appaltare per lo stesso ambito geografico un nuovo servizio di raccolta e smaltimento che poi ogni sindaco (o gruppi di sindaci) sfrutterà con contratti di servizio più particolari. Nell’attesa di decidere quale sarà l’ente appaltante in sostituzione delle Srr (vero nodo del disegno di legge) il personale resterà in servizio nei vecchi Ato. In ogni caso non transiterà nei Comuni perchè il disegno di legge prevederà che le ditte che si aggiudicheranno i nuovi appalti dovranno assorbire questi lavoratori.

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