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Rifiuti, scontro sugli aiuti ai Comuni

La Regione è pronta ad anticipare 95 milioni per consentire ai Comuni di pagare una parte del maxidebito accumulato verso gli Ato. Ma i sindaci ritengono le procedure per questi prestiti troppo contorte. Perfino Confindustria, che pure otterrebbe una boccata d’ossigeno, nutre qualche timore

PALERMO. La Regione è pronta ad anticipare 95 milioni per consentire ai Comuni di pagare una parte del maxidebito accumulato verso gli Ato rifiuti e le imprese che gestiscono la raccolta. Ma i sindaci ritengono le procedure per questi prestiti troppo contorte. Perfino Confindustria, che pure otterrebbe una boccata d’ossigeno, nutre qualche timore. E così il tentativo di tamponare la falla nel sistema di gestione dell’immondizia rischia di fallire ancor prima di essere messo in atto.
Una circolare firmata dal Ragioniere generale Biagio Bossone e dai dirigenti dei dipartimenti Rifiuti e Enti locali, Marco Lupo e Luciana Giammanco, ha dettato le procedure per erogare 95 milioni e «accelerare la chiusura della gestione liquidatoria dei vecchi Ato». Il buco, stimato fra i 400 milioni e il miliardo, è nato perchè i Comuni non hanno versato agli Ato i fondi per la copertura del servizio: a cascata le imprese non sono state pagate dagli Ato. Un circolo vizioso che ha creato anche difficoltà nel pagare i lavoratori, i quali a loro volta scioperando hanno bloccato spesso la raccolta.
Adesso la Regione impone ai Comuni di fare avere le richieste di fondi «entro venti giorni». La Regione erogherebbe per 5 anni anticipazioni sul debito che gli enti locali restituirebbero in 10 o 20 anni. La prima tranche di anticipazioni arriverebbe nelle casse comunali entro fine anno e darebbe ossigeno al sistema di raccolta e smaltimento. Le successive 4 anticipazioni il 30 aprile di ogni anno.
Ma per ottenere questi fondi i Comuni devono prima varare un piano di rientro dal debito che contenga «gli obiettivi economici da raggiungere, la loro scansione temporale e le misure da adottare». Questo piano di rientro va approvato dal consiglio comunale insieme «agli atti necessari affinchè il Comune copra integralmente il costo del servizio di gestione integrata dei rifiuti». È un passaggio chiave perchè, spiega il presidente dell’Anci Giacomo Scala, l’unico modo per garantire i costi sarebbe l’aumento delle tasse: «Ma nessuno vuole farlo in questo momento difficile. E in ogni caso non si potrebbe fare perchè il termine per inserire una manovra fiscale nei bilanci è scaduto il 31 ottobre». Il dipartimento Rifiuti nel frattempo avrà dati certi sul debito, sottoscritti da Comuni e Ato.
Il vicepresidente di Confindustria, Giuseppe Catanzaro, registra l’accelerazione della Regione «nel dare supporto ai Comuni, che sono i veri debitori». Gli industriali propongono però alcune soluzioni alle difficoltà tecniche con una lettera alla Regione in cui sottolineano che «la circolare non contiene le esigenze rappresentate da noi in relazione alla necessità di far funzionare il modello finanziario indispensabile. Il modello descritto risulta privo di un preventivo raccordo con le banche, il cui coinvolgimento ed apporto è decisivo per consentire alle imprese di smobilizzare crediti vantati nei confronti di Comuni e Ato attraverso un piano di rientro e di individuare le modalità per assicurare liquidità alle imprese per la fase corrente ed evitare che il già precario sistema si blocchi ulteriormente». Per questo motivo Confindustria chiede di mettere attorno a un tavolo Regione, imprese, Comuni e Ato e individuare una procedura che raccolga il consenso di tutti e possa essere applicata velocemente.

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