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Lo Bello: "Fondi europei, positive le prime mosse di Crocetta"

Al neo governatore siciliano Ivan Lo Bello, vicepresidente di Confindustria chiede "prima di tutto trasparenza sui conti e sull'attività della pubblica amministrazione"

Che cosa chiede il mondo delle imprese al nuovo presidente della Regione?
Risponde Ivan Lo Bello, vicepresidente di Confindustria: «Diverse cose, ma prima di tutto trasparenza sui conti e sull'attività della pubblica amministrazione».

Lo Bello è stato molto critico con la gestione di Raffaele Lombardo. L'ex Presidente l'ha accusato di disfattismo minacciando anche una guerra di carta bollata per la verità mai scoppiata. La realtà si è incaricata di confermare l'allarme: l'ultima finanziaria firmata dall'attuale giunta certifica che le casse sono vuote e, vista la situazione, non c'è nessuna possibilità di ricostituirne la consistenza in tempi brevi.La prima risposta di Crocetta è stato l'annuncio che volerà a Bruxelles per chiedere lo sblocco dei fondi strutturali.
«Mi pare che sia la mossa giusta da fare. In questo momento credo siano gli unici soldi in grado di arrivare con una certa tempestività».
Ma perché Crocetta dovrebbe riuscire dove altri hanno fallito?
«Soprattutto è fallito un modello di politica economica che ha dissipato questi fondi. Lo dimostra il contenzioso aperto dalla Commissione Ue. Come siciliani dobbiamo augurarci che la missione abbia successo. Fra l'altro Crocetta è un Europarlamentare. Sta per lasciare la carica ma immagino che in questi anni avrà sviluppato un patrimonio di relazioni che dovrebbero facilitare la missione. I soldi dovrebbero servire a impiantare una vera politica di sviluppo anche se i problemi non mancano».

Quali?
«Riguardano il cofinanziamento regionale e l'anticipazione dei fondi perché Bruxelles paga a consuntivo. Per trovare queste risorse è necessario tagliare subito sprechi e inefficienze non più sostenibili».

Come secondo punto del programma il neo-presidente ha indicato l'azzeramento delle consulenze e dei vertici degli assessorati. Che cosa ne pensa?
«Sulle consulenze non c'è nulla da dire se non augurarsi che sia davvero il primo atto del suo mandato. Anche il progetto sui dirigenti generali mi trova allineato. Bisogna rompere il legame incestuoso tra politica e alta dirigenza».

Lo spoil system però non è una devianza della Sicilia: lo usano anche i Presidenti americani. E allora?
«Bisogna evitare le caricature dello spoil system. Ai vertici degli assessorati servono persone capaci e non amici o amici degli amici. Per questo penso alla costituzione di un Ufficio Trasparenza dove catalogare il curriculum dei dirigenti, i loro percorsi professionali e i compensi che percepiscono. Dovrebbero anche essere rese pubbliche, oltre alle dichiarazioni dei redditi, anche la situazione patrimoniale loro e dei familiari più vicini. La operazione di chiarezza va estesa a tutti i funzionari in qualche modo competenti nelle pratiche di finanziamento o negli iter autorizzativi».

Vogliamo arrivare allo stato di polizia fiscale?
«Perché dice questo? Le persone oneste e meritevoli non hanno nulla da temere. Sono tante, le assicuro e non devono essere penalizzate dai furbetti. È chiaro che senza una pubblica amministrazione efficiente il discorso della crescita economica neanche può cominciare. L'imprenditore, per investire, ha bisogno di tempi certi per le autorizzazioni e i permessi. Le assicuro che la lentezza penalizza molto di più di una tempestiva risposta negativa».

La prima cosa che dovrebbe fare la nuova giunta in direzione dello sviluppo?
«Credo che il primo passo sia quello di rendere operativo l'Irsap, il nuovo organismo che ha sostituito i vecchi consorzi Asi. Sarebbe un segnale di grande attenzione verso il mondo delle imprese. Una dimostrazione che i parametri sono cambiati. Al centro ora va messa l'attività privata visti i fallimenti dell'intervento pubblico».

Anche perché i soldi per proseguire sulla strada dell'assistenzialismo non ce ne sono più.
«La crisi finanziaria della Regione è certamente l'emergenza più grave. Anche perché rischia di coinvolgere i Comuni. Una spirale molto pericolosa: la Regione non paga e non trasferisce risorse ai Comuni che a loro volta non liquidano le fatture. Le imprese che non ricevono soldi rischiano di chiudere e in molto lo hanno fatto o stanno per farlo. Clamorosa l'iniziativa dell'Ance che fra qualche giorno bloccherà tutti i cantieri di costruzione perché ormai il peso dell'arretrato è diventato insostenibile».

La situazione, purtroppo appare molto compromessa. L'ultima finanziaria della giunta Lombardo varata il 31 ottobre certifica che i soldi sono finiti. Addirittura è a rischio il finanziamento all'Ars che già in estate ha pagato in ritardo gli stipendi. Come se ne esce?
«Con una ricognizione complessiva sui conti. Non solo quelli della Regione ma anche le società partecipate. Molte di esse sono state costituite allo scopo di dare uno stipendio al consiglio d'amministrazione composto prevalentemente da politici e da personaggi incaricati di curare clientele».

Sono finiti anche i soldi per i precari e i forestali: si annuncia un nuovo caso Gesip di dimensioni allargate?
«Nessuno vuole o può mandare a casa precari e forestali. Ma bisogna mettere delle regole. Nel caso dei forestali occorre che gli uffici facciano controlli accurati su eventuali doppi o tripli lavori. È singolare, in questi casi parlare di straordinari visto il numero elevato di addetti. Credo che l'operazione di bonifica sia utile prima di tutto ai forestali per bene che fanno il loro lavoro quotidiano».

A chi farla fare questa operazione verità: difficile che la classe politica seghi il ramo su cui è seduta?
«Il risultato del voto dovrebbe aver insegnato molte cose anche ai politici. L'astensionismo record e il successo di Grillo testimoniano che il voto di scambio non funziona più. Le promesse elettorali non valgono più perché tanto è di tutta evidenza che non potranno mai essere onorate. I soldi sono finiti e nessuno potrà più aiutare la Sicilia. Dobbiamo aiutarci da soli Solo dicendo la verità ai siciliani e adottando comportamenti etici, la classe politica potrà recuperare credibilità e anche consenso elettorale. Altrimenti l'anti-politica travolgerà le istituzioni. Da questo punto di vista le prime mosse del presidente Crocetta sono positive».

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