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Crocetta a caccia della maggioranza

Il vincitore delle elezioni inizia la legislatura con 39 deputati. Ne mancano sette per avere una maggioranza assoluta. E' già scattata una lenta manovra di posizionamento al centro da parte di chi ha fatto parte dell’alleanza che ha sostenuto Miccichè. E c’è anche un esplicito cortegiamento ai grillini

PALERMO. Rosario Crocetta inizia la sua navigazione nella sedicesima legislatura con 39 deputati. Ne mancano sette per avere una maggioranza e si apre ora la fase di formazione di alleanze parlamentari. A caldo sia Crocetta che il Pd hanno anticipato che non cercheranno un formale allargamento della coalizione e che la strada scelta è quella della presentazione all’Ars dei vari disegni di legge che attuano il programma chiedendo nel merito il sostegno ai partiti. Ma nei fatti è già scattata una lenta manovra di posizionamento al centro da parte di chi ha fatto parte dell’alleanza che ha sostenuto Miccichè. E c’è anche un esplicito cortegiamento ai grillini.
Il primo vero test sarà l’elezione del presidente dell’Ars, che toccherà probabilmente all’Udc ma per cui la coalizione di Crocetta non ha i numeri: dunque il presidente dovrà mediare in Parlamento.

«Non faremo alleanze con chi non ha sostenuto Rosario Crocetta - prevede il segretario del Pd, Giuseppe Lupo - privilegeremo invece l’alleanza con chi all’Ars mostrerà di avere buona volontà. Non vogliamo altri alleati. Ci votino o ci sfiducino». Posizione tattica che conta sul fatto che l’eventuale caduta di Crocetta imporrebbe di tornare alle urne ma per eleggere 70 deputati invece dei 90 attuali visto che entrerebbe in vigore la riforma in gestazione a Roma. Lupo non rinuncia a un’altra analisi: «Avremmo gradito un’alleanza larga con Sel e Idv ma loro si sono sottratti e hanno sbagliato». La sinistra estrema non ha superato lo sbarramento e ciò rende più facile anche politicamente il cammino di Crocetta, che dovrà guardare inevitabilmente al centro e agli autonomisti se non vuole ripetere le larghe intese romane.

Per il momento Crocetta apre solo ai grillini: «Voglio poter dialogare con tutti senza remore. Sono pronto a cercare alleati sui progetti, senza inciuci. Se qualcuno mi dovesse fermare, allora si torna al voto e prendo il 40%. Certo, il Movimento 5 Stelle può essere un ottimo interlocutore. Grillo deve capire che in Sicilia non si vuol fare una ribellione ma un vera e propria rivoluzione culturale». Ma Giancarlo Cancelleri, punta del Movimento 5 Stelle, prevede che «possa venir fuori un governo Pd-Udc-Pdl, che anticipa la coalizione da qualcuno auspicata per il futuro a livello nazionale». La prospettiva del voto per le Politiche può tenere le posizioni congelate, in attesa del maturare di equilibri nazionali. Intanto proietta i grillini in una nuova campagna elettorale che muoverà da dentro l’Ars con una opposizione eclatante. Anche se Cancelleri vuol dimostrare che il movimento è «di protesta e di proposta. Potremmo votare buone idee che vengono presentate ma presenteremo pure le nostre».

L’Udc, con il leader Gianpiero D’Alia, si mette sulla stessa posizione del Pd: «Non allargheremo la maggioranza, cercheremo i voti caso per caso». Tuttavia il margine di manovra è più largo per i centristi: «Tutto può succedere se si parla di contenuti. Non chiudiamo a priori nessuna porta, neppure a grillini e Pdl. Toccherà a Crocetta aprire il confronto». E anche per Casini «le scelte spettano al nuovo presidente». Maurizio Bernava, leader della Cisl, si spinge avanti: «Per affrontare le emergenze e la crisi serve un accordo di emergenza istituzionale che coinvolga governo, opposizione, sindacati e imprese».

E proprio in vista di queste scelte Giovanni Pistorio, che ha ereditato la guida dell’Mpa, piazza al centro la pattuglia di dieci deputati appena conquistata: «Noi pensiamo a riconquistare il consenso di quei siciliani che si sono astenuti. La partita fuori dall’Ars è più importante di quella interna all’Ars e noi saremo l’alternativa ai partiti tradizionali. Non siamo pregiudizialmente contro nessuno, spetta a Crocetta costruire un progetto». Anche per aumentare il peso contrattuale sia Pistorio che Miccichè e Carmelo Briguglio hanno sottolineato che la somma di Grande Sud e Mpa darebbe 15 deputati e un 20% «che ne fa il primo partito». Ma bisognerà evitare, sussurrano dal Nuovo polo, che si stacchino frange che autonomamente si avvicinano alla maggioranza indebolendo il peso di Lombardo e Miccichè.

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