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Fondi esauriti, la Regione blocca la Cassa integrazione

L'assessorato al Lavoro ha comunicato agli uffici provinciali di sospendere le trattative fra aziende e sindacati per immettere nuovi lavoratori nel circuito degli ammortizzatori sociali. Già un primo stop si era verificato a giugno e i pagamenti erano ripresi ad agosto

PALERMO. La Regione ferma di nuovo la cassa integrazione. Dopo il primo stop a giugno e la ripresa dei pagamenti ad agosto, ieri una nota dell’assessorato al Lavoro agli Uffici provinciali del lavoro ha disposto la sospensione delle trattative fra aziende e sindacati per immettere nuovi lavoratori nel sistema degli ammortizzatori sociali. Finiti i soldi stanziati fra gennaio e agosto, non si potranno più pagare nuovi cassintegrati se prima lo Stato non assicurerà nuove risorse.
Chi da oggi perderà il lavoro per via di una crisi aziendale non avrà neppure l’assegno assicurato dall’Inps. Chi invece già riceve il contributo continuerà a riceverlo fino alla data fissata nel decreto che ha autorizzato la cassa integrazione. Si fermano anche cassa integrazione in deroga e mobilità. La Regione non ha ancora sbloccato la trattativa a Roma per avere più fondi. Un nuovo incontro con i tecnici della Fornero è previsto entro una settimana e a quell’appuntamento la Regione dovrà presentarsi con numeri certi sui lavoratori che godono e godranno degli ammortizzatori sociali e sulle somme necessarie fino a fine anno. «Abbiamo chiesto di sospendere le nuove immissioni – ha spiegato Anna Rosa Corsello, dirigente dell’assessorato - perchè stiamo facendo un monitoraggio della situazione. Quando avremo dati certi chiederemo a Roma i nuovi finanziamenti. Sono giorni decisivi».
In realtà, secondo i dati già elaborati dalla Uil, i numeri sono da record e lascerebbero temere che non tutto possa essere coperto da qui a fine anno: «Considerando il solo territorio provinciale di Palermo - spiega Pino Franchina della segreteria regionale Uil - sappiamo già che ci sono 180 aziende che attendono il via libera per mettere in mobilità il loro personale e altre 220 che chiedono di mandare i lavoratori in cassa integrazione. Il tutto riguarda almeno un migliaio di persone». Sono, appunto, le pratiche che la Regione ha sospeso.
A giugno la Regione aveva già sospeso il pagamento della cassa integrazione anche per i lavoratori già immessi nel sistema. Il budget stanziato a gennaio, 26 milioni per la maggior parte messi a disposizione dallo Stato, non solo era già esaurito ma gli assegni anticipati dall’Inps ai lavoratori delle aziende in crisi avevano già sfondato il tetto dei 60 milioni. E almeno altrettanti, calcolavano i tecnici dell’assessorato, ne servivano per arrivare a fine anno. Poi è arrivata una boccata d’ossigeno da Roma e l’Inps è tornata ad anticipare le somme.
Ora il nuovo stop in attesa del nuovo assegno dello Stato, di cui non si conosce il valore. I sindacati sono già in agitazione. Per Michele Pagliaro della Cgil «la decisione della Regione è inaccettabile dal momento che si tratta di provvedimenti destinati a persone già penalizzate dalla perdita del lavoro, che in alcuni casi scontano già danneggiati dai ritardi». La Cgil segnala anche che «non sono mai arrivati i 20 milioni che si attendevano da Roma».
Per Franchina della Uil «la Regione sta mostrando di avere scarso peso al tavolo romano delle trattative per via della crisi di governo in atto. Non è un caso se lo Stato ha già dato 100 milioni alla Lombardia, 60 alla Campania e nulla alla Sicilia. E le imminenti dimissioni dell’assessore al Lavoro peggioreranno la situazione».
Un incontro già fissato per domani in assessorato potrebbe infatti far aumentare le tensione se, come i sindacati temono, si rivelerà interlocutorio a causa delle dimissioni di Beppe Spampinato. Una scossa alla trattativa con lo Stato può arrivare dalla vertenza Gesip. Ieri ha preso consistenza, riferisce il sindaco Orlando, l’ipotesi che anche i 1.800 operai entrino nel sistema della cassa integrazione in deroga ottenenedo 970 euro al mese da ora fino a fine anno. Ciò comporterà inevitabilmente un aumento del budget statale e su questo conta la Regione. Anche se in serata una dichiarazione arrivata dal ministero sembrava rimettere tutto in discussione. Ma per l'assessore al Bilancio del Comune di Palermo Luciano Abbonato sono «notizie prive di fondamento». Resta da verificare invece il peso della formazione professionale: i corsi dovevano partire a metà settembre ma sono ancora al palo e quasi tremila formatori gravano sul sistema degli ammortizzatori sociali. Ora, spiegano alla Regione, bisognerà fissare un limite anche per loro.

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