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Regione, il patto di stabilità blocca bandi per 291 milioni

L'amministrazione regionale non può erogare questi finanziamenti per non superare il tetto di spese imposto da Roma e già raggiunto da tempo. Polemico col governo l'assessore Venturi: "Sono stati privilegiati i precari"

PALERMO. Nel pieno della crisi economica e mentre l’Europa pretende la restituzione di fondi europei spesi male o non spesi affatto, l’assessorato alle Attività produttive è costretto a tenere nei cassetti sette bandi e una graduatoria già finanziabile per un valore totale di 291 milioni. Soldi che si rischia di perdere.
È scoppiata un’altra emergenza alla Regione. Il nodo questa volta è legato al rispetto del patto di stabilità. Il tetto alle spese annuali imposto dallo Stato è praticamente già stato raggiunto, dunque la Regione deve chiudere la cassa. E poichè i bandi finanziati dall’Ue impongono una quota di cofinanziamento regionale, ecco che Palazzo d’Orleans non può mettere sul piatto la propria parte.
Risultato, i bandi non possono essere pubblicati sulla Gazzetta ufficiale. L’assessore alle Attività produttive, Marco Venturi, ha fatto un monitoraggio di ciò che è bloccato. Il bando principale (misura 3.3.1.4. del piano di spesa Fesr) vale 125 milioni e 57 mila euro ed è destinato al finanziamento di nuovi alberghi e al miglioramento di quelli esistenti.
Il secondo bando per importanza è quello destinato a finanziare progetti nel settore della ricerca e dell’innovazione tecnologica, vale 53 milioni. E nella stessa situazione si trova il bando che assegna contributi per il potenziamento dei porti e per la costruzione di nuove strutture marittime: in questo caso però il bando che valeva 51 milioni è in una fase più avanzata, sono state ammesse ai contributi 12 imprese che attendono 20,4 milioni che però la Regione non può erogare per non violare il patto di stabilità.
Analogamente l’assessorato alle Attività produttive non può dare efficacia alla graduatoria, già pronta, per erogare 32 milioni di contributi all’artigianato, figlia di un bando di qualche anno fa.
Gli ultimi bandi rimasti impigliati nel vincolo del patto del patto di stabilità sono quelli destinati al commercio (2 milioni) e all’internazionalizzazione delle imprese (6,5 milioni) ma l’assessorato sarebbe pronto anche a portare avanti i cosiddetti progetti Pisu e Pist per finanziare varie attività produttive nelle province e nei comuni: in questo caso la somma stanziata e bloccata sfiora il milione.
Secondo Venturi i limiti imposti dal patto di stabilità hanno penalizzato oltremodo le spese per sostenere il mondo imprenditoriale e gli investimenti salvando invece le uscite destinati a precari e personale in generale. «Mi rendo conto - spiega l’assessore che il patto di stabilità viene imposto da Roma ma la Regione ha scelto di privilegiare spese in settori precisi arrivando con rapidità a raggiungere i limiti e lasciando senza prospettive altri settori. Si poteva scegliere diversamente le priorità da salvaguardare».
Da due settimane Venturi è in pressing sulla giunta per modificare le priorità di spesa e sbloccare questi bandi. Ma il collega Gaetano Armao, che ha la delega all’Economia e con cui non sono mancati gli scontri in questi giorni, precisa che «se la Regione non paga gli stipendi viene considerata praticamente in default. Nella migliore delle ipotesi le agenzie di rating abbasseranno il giudizio sui nostri conti e sulle nostre prospettive finanziarie e ciò potrebbe portare anche le banche a chiedere la immediata restituzione dei prestiti».
Armao ha ricordato ieri che «per effetto del patto di stabilità la Regione già quest’anno ha dovuto limitare le spese di 1,3 miliardi portando il totale delle uscite a poco più di 5,2 miliardi a fronte dei quasi 6,7 dell’anno scorso». La situazione, applicando i parametri oggi in vigore, peggiorerà l’anno prossimo «quando la limitazione delle spese arriverà a 1,7 miliardi rispetto al 2010». In questi giorni la Regione è impegnata a Roma in una trattativa che ha l’obiettivo di sbloccare almeno le spese (circa 600 milioni) per cofinanziare i fondi europei e finanziare le attività di Protezione civile e il settore dei trasporti.
Negli stessi giorni il dipartimento Programmazione sta difendendo le scelte fatte fino a ora nell’investimento dei fondi europei. L’obiettivo è ribaltare il giudizio negativo arrivato da Bruxelles a luglio e poi a settembre che ha provocato la sospensione di 600 milioni dal piano di spesa del 2007/2013 e la richiesta di restituire circa 300 milioni relativi al piano di spesa 2000/2006.

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