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Il Pdl: fuori dalle liste i rinviati a giudizio per mafia

Norme di sbarramento per i candiati alle Regionali. Simona Vicari (nella foto): chi è in corsa per la Presidenza ha l'obbligo di sottoscrivere un codice etico

PALERMO. Il Pdl ha predisposto delle norme di sbarramento per le candidature alle prossime elezioni regionali che dovrebbero portare alle "liste pulite". Tra queste norme, come hanno spiegato questa mattina i due parlamentari Simona Vicari e Dore Misuraca durante una conferenza stampa, c'é l'impossibilità di candidarsi per tutti quelli nei confronti dei quali è stato emesso il decreto che dispone il giudizio per mafia, voto di scambio, riciclaggio e per i reati contro la pubblica amministrazione come peculato, concussione, corruzione.    
"Non potranno inoltre candidarsi - ha spiegato Vicari - tutte le persone che hanno avuto condanne di primo grado per mafia, finanziamenti illecito ai partiti, smaltimento illecito di rifiuti, usura, estorsione, truffa". È inoltre prevista l'automatica sospensione dal gruppo parlamentare dell'eletto, il quale, nel corso della legislatura per coloro i quali sono o sono stati sottoposti a misura di prevenzione personale o patrimoniale.    Il Pdl ha inoltre stilato un codice etico con "specificazioni degli obblighi generali di diligenza, lealtà, onesta, trasparenza". La sottoscrizione del codice è obbligatoria per il candidato a presidente della Regione, mentre é discrezionale per i deputati. "Tra le norme previste - ha spiegato il senatore Domenico Nania - l'impossibilità di ricevere regali o di fare nomine clientelari, la limitazione del conflitto di interessi, il cumulo dei mandati politici".  

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