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Regione, record di assenteismo durante l'estate

Da giugno ad agosto oltre tremila giornate di lavoro perse in più rispetto all'anno scoso. L'amministrazione furiosa: inviamo le visite fiscali. Due dipendenti licenziati

PALERMO. Nella Regione governata da un decennio da presidenti che di professione fanno i medici, succede che i dipendenti continuano ad ammalarsi sempre di più. Questa estate, poi, si è registrato un vero e proprio boom di giornate non lavorate per malattia: tremila in più rispetto allo scorso anno. Colpa del caldo, ironizzano dagli uffici, e magari dei condizionatori spenti in alcuni dipartimenti a causa della crisi del bilancio.



Tra il serio e il faceto, in valore assoluto i dati rilevati dall'assessorato alla Funzione pubblica parlano chiaro: tra giugno e agosto i regionali hanno cumulato circa 41.500 giorni di assenze per malattia retribuite e non retribuite, rispetto alle 38.100 del 2011. Un incremento che vanifica la progressiva riduzione che si era registrata fino ai primi mesi dell'anno, grazie a diversi interventi dell'esecutivo regionale che aveva persino prolungato le ore durante le quali i dipendenti hanno l'obbligo di attendere a casa la visita fiscale.
L’invio del medico però si paga, così come un prezzo (molto più elevato) hanno le assenze per malattia, calcolate mediamente in 114,80 euro a giornata. Calcolatrice alla mano, ogni mese le assenze costano alla Regione oltre un milione di euro, mentre l’incremento in estate è costato 300 mila euro.



A cosa è dovuto questo boom di malattie? Nessuno sa dare una spiegazione. I sindacati fanno muro e si schierano in difesa del personale mentre dagli uffici parlano anzi di una riduzione delle assenze rispetto al numero di dipendenti. Se a luglio ogni impiegato si è assentato complessivamente due giorni (nel 2011 furono 1,9), ad agosto la media è scesa a 1,6 giorni (nel 2011 furono 1,7). Ma anche qui la situazione è controversa. Il numero dei dipendenti sui quali è effettuato il monitoraggio per le assenze, non è costante. Nonostante il personale regionale oscilli tra i 16 mila dichiarati dalla Regione e i 21 mila complessivi calcolati dalla Corte dei conti, i dati sulle assenze pubblicate sul sito della Regione sono calcolati su 12-15 mila dipendenti. Il dirigente del Personale, Giovanni Bologna, spiega che «talvolta la colpa è dei ritardi nelle comunicazioni da parte degli uffici. Il motivo delle assenze? Difficile dirlo. Di certo, inviamo sempre le visite fiscali che accertano la reale malattia dell’impiegato. Forse è anche colpa dell’età media dei dipendenti, si è innalzata».



Insomma, fare luce sulle cause delle assenze non è facile. Parlano però i numeri: ad agosto si sono registrate 12.891 giornate di assenza per malattia, a luglio 14.276 mentre a giugno 14.356. Lo scorso anno il trend fu di 11.253 ad agosto, 13.319 a luglio e 13.576 a giugno. «Ma sono dati non attendibili - dicono Dario Matranga e Marcello Minio dei Cobas/Codir - il rilevamento è incompleto. Anzi, rispetto al personale, le assenze sono nella media e non ci sono scostamenti significativi».



A rendere facile la vita agli assenteisti sono pure i «privilegi» previsti nel contratto dei regionali. Se in Sicilia gli impiegati di Palazzo d’Orleans hanno a disposizione 45 giorni all’anno per assentarsi ricevendo comunque la retribuzione (in caso ad esempio di lutti, matrimoni o motivi familiari), a livello nazionale i permessi retribuiti sono ben vincolati tra matrimonio (15 giorni), partecipazione a concorsi o esami (massimo 8 giorni all’anno), motivi personali (tre giorni all’anno). «In Sicilia c’è più flessibilità» ammette il dirigente Bologna. E che sia necessaria una «equiparazione tra i due tipi di contratto» lo sostiene pure l’assessore regionale Nicola Vernuccio. Le trattative coi sindacati sono però al palo, così come fermi sono i rinnovi contrattuali. E assentarsi, per un regionale, resta più semplice che altrove.
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