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Musumeci mette a segno un colpo ad Agrigento

Per il candidato alla presidenza circa 5 mila voti grazie a un accordo con Patto per il territorio

PALERMO. Nello Musumeci mette a segno un colpo nella corsa all’accordo con i movimenti civici che tutti i candidati alla presidenza stanno conducendo per cercare di recuperare la prevedibile perdita di consenso dei partiti tradizionali. Ad Agrigento, il candidato di Pdl, Pid e La Destra sarà sostenuto anche dal Patto per il territorio.
Si tratta di un movimento che nelle Amministrative del maggio scorso ha raggiunto il 14%, forte di circa 5 mila voti, risultando determinante per la vittoria di Marco Zambuto. E proprio il sostegno assicurato quattro mesi al sindaco di area Udc aveva spinto inizialmente il Patto per il territorio nell’orbita di Rosario Crocetta, sostenuto da centristi e Udc.
Negli ultimi giorni però i leader del movimento civico, Piero Macedonio e Riccardo Gallo hanno stretto un accordo con il segretario nazionale del Pdl Angelino Alfano. «L’intesa - conferma Macedonio - prevede la nostra presenza in giunta se Musumeci e uno spazio vincente anche nelle liste nazionali».
L’accordo passa però dalla definizione di un punto su cui ancora il Pdl non si è espresso: «Col Pdl - conclude Macedonio — abbiamo concordato che il Patto per territorio entrerà nella seconda lista, che dovrebbe chiamarsi Forza Sicilia. Siamo in grado di darla da soli ad Agrigento. Ma notiamo che il dibattito interno al Pdl va verso il ritiro di questa seconda lista». In questo secondo caso il Patto per il territorio potrebbe entrare nella Lista Musumeci, insieme agli esponenti de La Desta e di altri movimenti come il Partito Nazionale dei Diritti e il Partito tradizional popolare di Nino Sala e Tommaso Romano.
Il Pdl ha registrato ieri la conferma dell’addio di Innocenzo Leontini. L’ormai ex capogruppo all’Ars passa ufficialmente nel Pid-Cantiere popolare e guiderà la lista nel Ragusano. Una scelta che irrita il Pdl. Per Salvino Caputo «questi meccanismi non vengono compresi dai cittadini e soprattutto non danno un segnale positivo rispetto a quelle che sono le aspettative verso la politica».
La caccia a movimenti e candidati espressione di ambienti non strettamente politici è confermata dai Cobas Codir, il sindacato autonomo più rappresentativo alla Regione. Marcello Minio e Dario Matranga, leader del sindacato, ammettono che «tutti i candidati a governatore ci hanno contattato e noi siamo disposti a dialogare con tutti. Anche Raffaele Lombardo ci chiese un contributo e poi sappiamo come finì. Allora bisogna essere chiari e onesti». Il riferimento è a uno dei temi più spigolosi della campagna elettorale, il numero eccessivo di dipendenti: «Preoccupano - agiungono Minio e Matranga - alcune battute fatte da Musumeci e Fava sui dipendenti della Regione. Ci sembrano attacchi demagogici. La macchina burocratica va fatta funzionare intervenendo su chi la gestisce, non sui dipendenti».
Rosario Crocetta ha invece ricevuto ieri da parte di una delle principali aggregazioni civiche che lo sostiene, Movimento Più, i sei punti da inserire nel programma.
Per Giuseppe Valenti bisogna puntare su «un nuovo modello di welfare che non sia solo assistenzialismo; programmazione, controllo e gestione trasparente della spesa pubblica; lotta agli sprechi e riorganizzazione della pubblica amministrazione con reclutamento del personale solo con concorsi pubblici e giustificazione di ogni emergenza per evitare soluzioni estemporanee non sempre trasparenti; lotta alla corruzione».

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